Finalmente il treno sembra prendersi la sua rivincita. Dall'Africa all'Himalaya, dalla California all'Italia, la tendenza del momento è viaggiare lungo le strade ferrate. Le proposte sono molto variegate, a misura delle diverse tipologie dei viaggiatori e del loro tasso di inclinazione all'avventura. Dal 2009 ad oggi, infatti, si è registrato un progressivo aumento del numero dei viaggiatori su rotaia. Spostandosi su queste vecchie ferrovie, infatti, ci si imbatte in località fuori rotta, dove assaggiare le specialità del luogo. Oppure comprando un biglietto dell'Orient Express o della Transiberiana, sarà facile imbattersi in dandy e nobili inglesi, ricche ereditiere americane, ma anche personaggi da romanzo russo e gangster pulp da spy story. Le tratte ferroviarie ristrutturate che mantengono inalterato il loro fascino sono ormai molte anche in Italia.
LA VIGEZZINA
La linea ha origine a Domodossola, a quota 267 m s.l.m., dal terminal in galleria posto al di sotto della stazione internazionale di Domodossola della R.F.I. con la quale è collegata attraverso scale e ascensori, che portano direttamente sui binari di partenza per la Svizzera, attraverso la galleria del Sempione, o per Milano e Torino. La cittadina, sviluppatasi dopo l’apertura del traforo del Sempione, mantiene intatto il fascino medievale del suo centro con la Piazza del Mercato.
Superato il fiume Toce su un ponte a travate metalliche, dopo circa 4 km di percorso la linea giunge a Masera (296 m s.l.m.), dove abbandona la piana di Domodossola e inizia a salire con percorso a tornanti ed elevata pendenza attraversando pendii soleggiati coltivati a vigneto: lo sguardo spazia oltre Domodossola e la Val Bognanco, verso i 4000 metri della Weissmies e le montagne del Sempione.
Nei pressi della fermata di Creggio si staglia la caratteristica Torre medievale di Fra’ Dolcino, l’eretico condannato al rogo citato da Dante nella sua Divina Commedia e che la leggenda vuole sia nato qui.
Oltre la stazione di Trontano, posta a 519 m s.l.m. a 8 km da Domodossola, si risale il versante sinistro orografico della Valle Vigezzo in un paesaggio boschivo di castagni e faggi; in questo tratto la linea è caratterizzata da una serie di notevolissimi viadotti in muratura che superano i profondi valloni torrentizi e da una successione di corte gallerie naturali.
Dopo il grazioso paesino di Verigo (595 m s.l.m.), da cui si gode un magnifico panorama, con un percorso a mezzacosta immerso in un magnifico bosco, la ferrovia tocca le fermate di Marone (718 m s.l.m.) e Coimo (793 m s.l.m.) e arriva alla stazione di Orcesco, posta a quota 816 m s.l.m., oltre la quale si entra nella parte pianeggiante e prativa della Valle Vigezzo, disseminata di piccoli nuclei abitati.
Passata Druogno, a 826 m s.l.m. dopo oltre 16 km di percorso, si raggiunge il punto più elevato della linea, in corrispondenza dello spartiacque della valle: qui la vallata si allarga ancora e formaun magnifico altopiano con prati e conifere.
Capoluogo della Valle Vigezzo e suo maggior centro turistico è Santa Maria Maggiore, a 830 m s.l.m., che la ferrovia raggiunge dopo circa 20 km da Domodossola; nei mesi estivi i suoi prati e boschi sono meta di un notevole afflusso di turisti, mentre nei mesi invernali la maggiore attrattiva è costituita dalle bellissime piste di fondo che raggiungono Druogno e Malesco. In paese hanno sede il Museo dello Spazzacamino, che ricorda le difficili condizioni di vita dei giovanissimi valligiani che tentarono la fortuna all’estero con questo antico mestiere, e la Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini” dove si ammira una collezione dei tanti artisti di questa valle, nota come “Valle dei Pittori”, che si ispirano tuttora alle sue bellezze.
La linea inizia ora a scendere dolcemente verso la Svizzera attraversando un piano prativo lungo il quale troviamo la fermata di Prestinone, nei cui pressi una moderna cabinovia conduce alla Piana di Vigezzo, località sciistica invernale e punto di partenza per passeggiate ed escursioni.
Dopo aver superato anche la fermata di Zornasco, si giunge a Malesco, che si supera alla progr. 22+500 già alla quota di 751 m.s.l.m., antico paese da cui si accede al selvaggio Parco Nazionale della Val Grande.
Si prosegue poi oltrepassando il Melezzo orientale e ci si inoltra lungo il versante sinistro orografico della gola valliva scavata dal fiume, che scorre in direzione del Lago Maggiore, e dopo la fermata di Villette e quasi 26 km di percorso si raggiunge la stazione di Re, a 680 m s.l.m., paese noto per il Santuario dedicato alla Madonna del Sangue meta di pellegrinaggi da tutta Italia e dal Ticino.
Da qui la linea, con un tracciato tortuoso sempre in lieve discesa, oltrepassate le fermate di Folsogno-Meis e del paese di Olgia, arriva al confine con la Svizzera, che viene superato alla progr. 32+340 sul ponte di località Ribellasca a quota 552 m s.l.m..
Oltre la frontiera si raggiunge la stazione elvetica di Camedo: hanno inizio le Centovalli, solco vallivo che prende il nome dai molti valloncelli che solcano questi pendii di prati e boschi di castagni e che la ferrovia supera con una successione di spettacolari viadotti metallici o in muratura.
Oltrepassate le fermate di Borgnone e di Palagnedra, dalla quale si vedono il paese e il bacino artificiale sul Melezzo, si arriva alla fermata di Verdasio (531 m s.l.m.), in prossimità della quale due impianti a fune permettono belle escursioni sui monti circostanti.
Più avanti si raggiunge la fermata del piccolo paese di Corcapolo (463 m s.l.m.) e da qui la linea scende con forte pendenza sino alla stazione di Intragna a 339 m s.l.m. e supera poi il torrente Isorno sullo spettacolare viadotto a struttura metallica, alto circa 80 m. Vicino alla stazione una funivia della FART collega gli abitati di Costa e Pila sui pendii coltivati a vigneti.
Proseguendo verso Locarno in lieve discesa lungo il Melezzo, si incontrano le fermate di Cavigliano, Verscio e Tegna, raggiungendo poi la stazione di Ponte Brolla (254 m s.l.m.) con le magnifiche gole rocciose del fiume Maggia; da qui la linea costeggia la strada cantonale e il fiume sino a scendere in galleria al di sotto dell’abitato di Locarno e, passata le fermate di Solduno e Sant’Antonio, termina la sua corsa nel capolinea sotterraneo posto in corrispondenza della stazione delle Ferrovie Federali Svizzere di Locarno, frequentatissimo centro turistico sul Lago Maggiore, molto noto anche per il suo Festival Internazionale del Cinema che si tiene ogni estate nella Piazza Grande, caratteristica per i suoi portici e la pavimentazione in ciottoli.
LA VIGEZZINA
La linea ha origine a Domodossola, a quota 267 m s.l.m., dal terminal in galleria posto al di sotto della stazione internazionale di Domodossola della R.F.I. con la quale è collegata attraverso scale e ascensori, che portano direttamente sui binari di partenza per la Svizzera, attraverso la galleria del Sempione, o per Milano e Torino. La cittadina, sviluppatasi dopo l’apertura del traforo del Sempione, mantiene intatto il fascino medievale del suo centro con la Piazza del Mercato.
Superato il fiume Toce su un ponte a travate metalliche, dopo circa 4 km di percorso la linea giunge a Masera (296 m s.l.m.), dove abbandona la piana di Domodossola e inizia a salire con percorso a tornanti ed elevata pendenza attraversando pendii soleggiati coltivati a vigneto: lo sguardo spazia oltre Domodossola e la Val Bognanco, verso i 4000 metri della Weissmies e le montagne del Sempione.
Nei pressi della fermata di Creggio si staglia la caratteristica Torre medievale di Fra’ Dolcino, l’eretico condannato al rogo citato da Dante nella sua Divina Commedia e che la leggenda vuole sia nato qui.
Oltre la stazione di Trontano, posta a 519 m s.l.m. a 8 km da Domodossola, si risale il versante sinistro orografico della Valle Vigezzo in un paesaggio boschivo di castagni e faggi; in questo tratto la linea è caratterizzata da una serie di notevolissimi viadotti in muratura che superano i profondi valloni torrentizi e da una successione di corte gallerie naturali.
Dopo il grazioso paesino di Verigo (595 m s.l.m.), da cui si gode un magnifico panorama, con un percorso a mezzacosta immerso in un magnifico bosco, la ferrovia tocca le fermate di Marone (718 m s.l.m.) e Coimo (793 m s.l.m.) e arriva alla stazione di Orcesco, posta a quota 816 m s.l.m., oltre la quale si entra nella parte pianeggiante e prativa della Valle Vigezzo, disseminata di piccoli nuclei abitati.
Passata Druogno, a 826 m s.l.m. dopo oltre 16 km di percorso, si raggiunge il punto più elevato della linea, in corrispondenza dello spartiacque della valle: qui la vallata si allarga ancora e formaun magnifico altopiano con prati e conifere.
Capoluogo della Valle Vigezzo e suo maggior centro turistico è Santa Maria Maggiore, a 830 m s.l.m., che la ferrovia raggiunge dopo circa 20 km da Domodossola; nei mesi estivi i suoi prati e boschi sono meta di un notevole afflusso di turisti, mentre nei mesi invernali la maggiore attrattiva è costituita dalle bellissime piste di fondo che raggiungono Druogno e Malesco. In paese hanno sede il Museo dello Spazzacamino, che ricorda le difficili condizioni di vita dei giovanissimi valligiani che tentarono la fortuna all’estero con questo antico mestiere, e la Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini” dove si ammira una collezione dei tanti artisti di questa valle, nota come “Valle dei Pittori”, che si ispirano tuttora alle sue bellezze.
La linea inizia ora a scendere dolcemente verso la Svizzera attraversando un piano prativo lungo il quale troviamo la fermata di Prestinone, nei cui pressi una moderna cabinovia conduce alla Piana di Vigezzo, località sciistica invernale e punto di partenza per passeggiate ed escursioni.
Dopo aver superato anche la fermata di Zornasco, si giunge a Malesco, che si supera alla progr. 22+500 già alla quota di 751 m.s.l.m., antico paese da cui si accede al selvaggio Parco Nazionale della Val Grande.
Si prosegue poi oltrepassando il Melezzo orientale e ci si inoltra lungo il versante sinistro orografico della gola valliva scavata dal fiume, che scorre in direzione del Lago Maggiore, e dopo la fermata di Villette e quasi 26 km di percorso si raggiunge la stazione di Re, a 680 m s.l.m., paese noto per il Santuario dedicato alla Madonna del Sangue meta di pellegrinaggi da tutta Italia e dal Ticino.
Da qui la linea, con un tracciato tortuoso sempre in lieve discesa, oltrepassate le fermate di Folsogno-Meis e del paese di Olgia, arriva al confine con la Svizzera, che viene superato alla progr. 32+340 sul ponte di località Ribellasca a quota 552 m s.l.m..
Oltre la frontiera si raggiunge la stazione elvetica di Camedo: hanno inizio le Centovalli, solco vallivo che prende il nome dai molti valloncelli che solcano questi pendii di prati e boschi di castagni e che la ferrovia supera con una successione di spettacolari viadotti metallici o in muratura.
Oltrepassate le fermate di Borgnone e di Palagnedra, dalla quale si vedono il paese e il bacino artificiale sul Melezzo, si arriva alla fermata di Verdasio (531 m s.l.m.), in prossimità della quale due impianti a fune permettono belle escursioni sui monti circostanti.
Più avanti si raggiunge la fermata del piccolo paese di Corcapolo (463 m s.l.m.) e da qui la linea scende con forte pendenza sino alla stazione di Intragna a 339 m s.l.m. e supera poi il torrente Isorno sullo spettacolare viadotto a struttura metallica, alto circa 80 m. Vicino alla stazione una funivia della FART collega gli abitati di Costa e Pila sui pendii coltivati a vigneti.
Proseguendo verso Locarno in lieve discesa lungo il Melezzo, si incontrano le fermate di Cavigliano, Verscio e Tegna, raggiungendo poi la stazione di Ponte Brolla (254 m s.l.m.) con le magnifiche gole rocciose del fiume Maggia; da qui la linea costeggia la strada cantonale e il fiume sino a scendere in galleria al di sotto dell’abitato di Locarno e, passata le fermate di Solduno e Sant’Antonio, termina la sua corsa nel capolinea sotterraneo posto in corrispondenza della stazione delle Ferrovie Federali Svizzere di Locarno, frequentatissimo centro turistico sul Lago Maggiore, molto noto anche per il suo Festival Internazionale del Cinema che si tiene ogni estate nella Piazza Grande, caratteristica per i suoi portici e la pavimentazione in ciottoli.
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