sabato 6 agosto 2016

Mangiando nei dintorni dell'autostrada

Blupum
A cinque minuti d'auto da caselli e uscite, oltre e deliziosi paesaggi e quiete cittadine di provincia è possibile imbattersi in una varietà di trattorie, ristoranti, osterie, ristoranti e ristorantini di ogni genere. 

PER CHI PARTE DA TORINO, verso Ivrea, in città c'è Blupum, dove Davide Scabin, attraverso la mano della sorella Barbara, esprime il gusto per l'ottima cucina di trattoria italiana tra tagliatelle al ragù  e peperoni alle acciughe. Verso Milano, a Cavaglià, nella piazzetta della chiesa, l'Osteria dell'Oca Bianca esegue sia i tipici agnolotti del plin sia un più elegante foie gras fatto in casa; e, verso Savona al Marsupino di Briaglia, si susseguono gnocchi al Castelmagno e calici di Dolcetto.

Vescovado la Fornace
Dispensa Pani e Vini
PER CHI VIAGGIA DA MILANO, puntando verso Genova, c'è l'opportunità di un vero anticipo di vacanza. A Gavi, alla Gallina, un relais con pergolato, l'orto, le viti e, naturalmente il pollo, arrosto, cucinato in due tempi alla francese, prima il petto, poi le cosce. Verso Ponente, Noli ospita il Vescovado la Fornace, divertente perché ci si sale con ascensore e teleferica, per concedersi insieme al panorama del Capo un buon cappon magro. Ma se di mare si tratta, avanti, a Ospedaletti, ci sono gli assaggi di pesce del patio sul mare del Byblos. Se invece, superata Genova, si è diretti in Versilia, a Camaiore sarebbe peccato mortale non prevedere una sosta al Merlo, una straordinaria gastronomia "allargata" a ristorante, meta dei buongustai locali e non.

IN DIREZIONE VENEZIA, per chi viaggia da Milano, la prima tappa è ad Adro alla Dispensa Pani e Vini, spazio contemporaneo e plurifunzionale dove sanno cucinare, cosa on facile, il filetto di coregone e la classica patata in sfoglia con caviale di Calvisius. Più avanti, per capire cosa può essere oggi una pizza, a San Martino Buon Albergo, poco fuori Verona, c'è Saporé con i virtuosismi friabili di Renato Bosco. Al Calandrino, a Rubano si potrebbe deviare anche solo per il caffé e i croissant, ma l'occasione per sperimentare la mano del tre stelle Massimiliano Alajmo in formato easy, magari con una portata di patate al carbone con acciughe, bottarga e crema alle erbette. 
Pretzhof
Colpo di fortuna per chi continua verso Trieste, uscendo a Ruda, da Altran, capace di mediare l'alta cucina con i vigorosi sapori locali. Piegando a nord verso l'Austria, si incontra un'eccezione alla banda cucina delle club house al Country Club di Tarvisio, dove un cuoco polimorfo, anche maestro di sci e golf, inventa nuove edizioni di minestre e carni tipiche. Muovendo verso il Brennero, una chicca è Pretzhof: un gioiello di pace e semplicità all'ingresso della Val di Vizze, dove non si trova solo il menù, ma solo i piatti del giorno, secondo la disponibilità dell'orto.
Due Platani

Casa del Nonno13
PER CHI PUNTA VERSO SUD, sull'Autostrada del Sole, è ideale una pausa in una bella trattoria di campagna come i Due Platani, un po' fuori Parma, con i classici tortelli di zucca e il piccione; oppure, a Firenzuola, nella frescura appenninica, da Bibo, insegna storica, per prosciutti, bistecca, tagliatelle tirate al mattarello. Sempre in Toscana, appena oltre il casello di Chiusi-Chianciano, un'autentica osteria nelle cantine della Taverna del Patriarca: crostini e maialino di Cinta. Di confine tra cucina umbra e laziale, ad Attigliano, c'è il Roscio, dove approdare dopo una visita al parco dei Mostri di Bomarzo, per salumi, formaggi, bruschette con il lardo e il tartufo estivo. A Cassino, invece, ci si imbatte nel raro evento di un'ottima cucina locale in un hotel: all'Edra Palace sono cultori di fagioli e olio di nicchia, di minestre ciociare, di abbacchi e conigli. 
Nud e Crud
Ma è a Caianello, nell'agriturismo giustamente chiamato il Contadino, che tutto arriva dai campi intorno: peperoni (imbottiti), zucchine, broccoli, raccontati a voce dal proprietario. Dal fascino solare della campagna al buio di quella che era un'enorme cantina: così si ritrova chi scende i gradini di Casa del Nonno13, a Marcato San Severino, per un assaggio di tradizione campana verace: minestra maritata, polpo e cavolfiore, trippa con fagioli.

SULL'ADRIATICA, invece, non importa l'ora, Nud e Crud a Rimini è aperto dalla mattina alla sera e non chiude mai: piadine, naturalmente, con tutti gli ammenniccoli possibili, occhio attento alla genuinità e un tono giovane e scanzonato. Tono tutto diverso nell'incontro con la cucina sapiente di Andreina a Loreto che ha la tradizione in mano nelle paste e nelle carni allo spiedo, e perciò può osare anche la carta creativa con ostriche, quaglie, foie gras.
Osteria Corteinfiore
Per avere la prova provata che esistono cuochi eccellenti che si tengono alla larga dalla televisioni, è utile una sosta a San Salvo al Metrò per i pesci dell'Adriatico in brodetto, in scapece, in teglia, resi squillanti da Nicola Fossaceca, una testa che sa sperimentare sulla tradizione.
Più rari e segreti, nel magico paese di Laguna di Lesina, sul Gargano, gli ingredienti prediletti da Le Antiche Serre, regina l'anguilla in ragù sulle tagliatelle, ai ferri, in carpaccio e, specialità. la bottarga di muggine di diverse annate prodotta in proprio. Tutt'altro mare a Trani dove l'Osteria Corteinfiore, in un palazzo storico, cerca l'eccellenza del crudo: ostriche locali e di Bretagna, incursioni in tartare e tataki di pesce azzurro. Ma, sempre in tema di pesce, come non organizzarsi per una sosta a Monopoli da Angelo Sabatelli, il migliore ristorante in Puglia, per provare che cosa può uscire fuori da un calamaro (con liquirizia), dalle orecchiette (su fonduta di pecorino), dai lampascioni (con cioccolato fondente).

Nino
E INFINE IN SICILIA, chi decide di concedersi un pranzo sul mare, evitando l'affollamento di Taormina, a Letojanni prenoti da Nino: anche se sulla terrazza i posti sono 200, il tutto esaurito è la regola. Il perché sta nella freschezza del pesce in bella mostra, da scegliere e farsi cucinare come più piace, dalla parmigiana di spada agli involtini di tonno.
E' invece solo di terra il menù dell'Antica Filanda a Capri Leone, la quale merita qualche chilometro in più fuori dal casello per la vista verso le Eolie e per le mani femminili che lavorano i maialini neri dei Nebrodi in ogni tipo di cottura e hanno la scienza dei dolci di pistacchio e mandorle. Ma per sperimentare la Tradizione dell'Isola, certificata dal 1942, niente è meglio delle tovaglie a quadretti di Don Ciccio a Bagheria, con i bucatini, gli involtini di pesce spada e di vitello ripieni di formaggio, sostenuti da bicchieri di zibibbo. L'itinerario lungo lo Stivale si chiude con lo splendore del sito archeologico di Himera, a Buonfornello, e un salto da Ron & Salvo, cucina tuttologa, che spazia dalla pizza alle lumache ai friarielli, e accoglie in modo ecumenico celiaci, vegetariani, bambini.





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