lunedì 8 agosto 2016

I 4 monasteri più suggestivi dell' Irlanda

SKELLING MICHEAL
Skelling Micheal
Il monastero sorge sulla più grande delle isole Skelling, Skelling Micheal, a quasi 200 metri sul livello del mare. Il nome deriva dal gaelico Sceilig Mhichìl, "la roccia di Michele", il santo cui nel 1044 è stato dedicato un piccolo e spartano monastero, fondato tra il VI e il VII secolo  probabilmente da St. Fionan. Sei piccole celle circolari di pietra, le clochans, con un tetto ogivale che ricorda un alveare, in cui una dozzina di monaci e un abate sopravvivevano grazie a un po' di pesce, uova di uccelli marini, microscopici giardini pensili e un sistema per raccogliere e purificare l'acqua. Oltre alle celle ci sono una piccola cappella più tarda e una croce celtica, testimonianze di un'esistenza precaria aggravata da un'incursione vichinga nell'anno di grazia 823 e da un progressivo raffreddamento del clima, con tempeste sempre più violente che costrinsero i monaci ad abbandonare l'isola alla fine del XII secolo.Dal 1996 l'isola è Patrimonio dell'Umanità Unesco e nel 2015 entra nell'immaginario collettivo come location dell'ultima scena de Il Risveglio della Forza, settimo episodio della saga di Guerre Stellari. Per preservare questo sito di notevole importanza, anche a livello naturalistico, solo pochi battelli autorizzati raggiungono da marzo ad ottobre, meteo permettendo, Skelling Micheal, dove un'impervia scalinata di oltre 600 gradini porta al monastero.

CLONMACNOISE
Clonmacnoise
Incessanti incursioni vichinghe, la maledizione di ogni monastero irlandese e la fine dell'autonomia religiosa da Roma sono le probabili cause del declino del grande monastero di Clonmacnoise, fondato nel 545 da st. Ciaràn sulla riva orientale del fiume Shannon con l'aiuto di otto seguaci. Il santo muore l'anno dopo, a poco più di trent'anni ma, grazie a una posizione strategica lungo la strada che collegava Dulino a Galway, nel cuore di un territorio di acquitrini di torba, il monastero diventa comunque uno dei più importanti d'Irlanda e d'Europa. Di Clonmacnoise, sepoltura reale per gli ultimi Alti Re di Tara, laboratorio di orafi che realizzavano splendidi oggetti aurei impreziositi da intricati spirali celtiche, nonché oggetto dell'irrefrenabile desiderio di saccheggio dei Vichinghi e anglo-normanni, rimane un grappolo di chiese e torri rotonde davanti a un panorama struggente, visitato anche da Giovanni Paolo II nel 1979. Del monastero più antico non è rimasto nulla, ma si sono salvate le rovine di una cattedrale e di sette chiese in pietra realizzate tra il X e il  XII secolo. La più grande è la cattedrale, che risale al 909, ma ha un'inserzione gotica del XV secolo, la porta nord o parta Dean Odo.
Poco lontano, due torri rotonde dominano la più grande collezione di lastre tombali paleocristiane dell'Europa occidentale e tre grandi croci celtiche, copie degli originali esposti nel museo. La più imponente è la Cross of the Scriptures, alta 4 metri e realizzata intorno al X secolo da un solo blocco di pietra arenaria, con raffinate iscrizioni che raccontano la Crocifissione e il Giorno del Giudizio. Erano l'orgoglio del monastero questi monoliti affollati di suonatori e guerrieri vichinghi, ultime testimonianze di un cristianesimo di frontiera. Nella Nun's Church, oltre il cimitero, sarebbe raffigurata una sheila-nagig, dea celtica della fertilità utilizzata come protezione contro le forze del male.

GLENDALOUGH
Glendalough
Un posto di irresistibile bellezza, un insediamento monastico del VI secolo dove anche il nome Glendalough, dal gaelico Gleann Dà Locha, la "valle dei due laghi", evoca l'incanto di una stretta valle boscosa in cui si adagiano due placidi specchi d'acqua. Difficile resistere alla tentazione di non andarsene più, probabilmente anche con benefici per la salute visto che il fondatore, l'eremita San Kevin, sarebbe morto nel 617, alla rispettabile età di 120 anni. Molti discepoli lo seguirono e in poco tempo nacque una sorta di villaggio della fede di chiese e cappelle che diventò una calamita spirituale per oltre sei secoli, fino alla sua distruzione nel 1398. Attaccato, bruciato e saccheggiato ripetutamente dai Vichinghi, che avevano una base nella vicina Dublino, Glendalough riesce testardamente a sopravvivere e a prosperare fino al XII secolo nonostante un incendio devastante nel 1163, anno in cui l'abate Laurence O' Toole, primo santo irlandese, viene nominato arcivescovo di Dublino a testimonianza dell'influenza del monastero. E' l'ultimo guizzo di gloria prima di una progressiva decadenza e di un abbandono che durano fino al 1878 , quando iniziano i primi lavori di restauro. Gli edifici sopravvissuti, una cattedrale e alcune chiese in pietra, risalgono soprattutto all'VIII e al XII secolo, ma il più famoso è l'imponente torre rotonda costruita per proteggere le reliquie e i libri dagli immancabili Vichinghi. Oltre 30 metri ti altezza che svettano sopra un romantico mare di croci celtiche, che giocano tra gli alberi con il sole. Poco lontano, da un prato emerge un piccolo gioiello di pietra, la St. Kevin's Kitchen, struggente chiesetta che non ha nessun legame con ilsuo prosaico nome. 

DYSERT O' DEA
L'allora del santo più misantropo spetta di diritto a San Tolla, patrono del mal di denti e fondatore nell'VIII secolo del monastero di Dysert O'Dea, perso lungo una stradina nel profondo bosco vicino a Corofin. Le rovine, avvolte da un silenzio rotto solo dal fruscio del vento, rievocano la dolcezza di un'Irlanda ormai perduta e includono la Chiesa di San Tola del XII secolo, con la tomba del 1864 di Joan O'Dea, moglie dell'ultimo chieftain del clan, Micheal. Splendida la porta romanica del XII secolo con 12 teste umane e sette di animali. Sull'angolo nordovest della chiesa, una torre rotonda dell'XI secolo è stata trasformata in fortificazione nel XVI secolo e spazzata via nel 1651 dall'artiglieria dei soldati di Cromwell che ne hanno ridotto di due terzi l'altezza. Oltre al Pozzo di San Tola, meta di un pellegrinaggio il 30 aprile, in un campo a est  della chiesa si alza una grande croce celtica del XI secolo, la cosiddetta St. Tola's Cross, considerata una delle più belle di tutta l'Irlanda. La parte superiore mostra la Crocifissione e una figura di vescovo, mentre sugli altri lati ci sono alcuni classici motivi celtici. Danneggiata dai soldati di Cromwell, la croce è stata riparata nel 1683 utilizzando per il piedistallo pietre della chiesa ormai abbandonata. Ha avuto una storia tormentata, che comprende persino un viaggio a Barcellona per rappresentare l'arte irlandese, e una funzione odontoiatrica, perché una parte poteva essere staccata ed avvicinata al dente per aiutarne la guarigione. Il sito è parte del Dysert O'Dea Archaelogical Trail, che comprende anche due forti ad anello  e un castello, sede del Clare Archeology Centre di Corofin.


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