giovedì 19 maggio 2016

La nuova Roma: il periodo neoclassico

Piazza del Popolo
Gli amanti dell'Ottocento a Roma non resteranno delusi. E' il secolo di un importante sviluppo urbanistico che coinvolge i grandi parchi capitolini, la passeggiata del Pincio e la trasformazione di Piazza del Popolo da semplice spazio trapezioidale rivolto verso il Tridente (via del Corso, via del Babuino e via di Ripetta) a uno dei simboli della città eterna, che oggi è un'area pedonale di 16.000 metri quadrati in grado di ospitare 65.000 persone.
Il mutamento urbano inizia durante la seconda invasione Napoleonica del 1809, quando l'imperatore francese ordina all'architetto neoclassico Giuseppe Valadier e in seguito all'architetto francese Louis Martin Berthault di ridisegnare la piazza. Nel 1814 tramontata l'epoca napoleonica, è di nuovo Valadier che ripensa la piazza a forma ellittica impreziosendola con statue e la realizza riposizionando le fontane verso il Pincio e verso il Tevere.
Villa Borghese
La grande opera di rinnovamento coinvolge anche il dislivello della piazza con le pendici del Pincio. Dal 1834 la passeggiata che conduce alla terrazza diventa lo "struscio" dei nobili, clero, borghesia e popolo.
Ancora oggi, una volta imboccata via Sistina, si sfiora Trinità dei Monti vincendo il piacere di scendere la celebre scalinata proseguendo lungo viale della Trinità dei Monti e viale Adamo Mickevicz, si costeggia uno degli accessi a Villa Borghese e la mitica Casina Valadier, realizzata tra il 1816 e il 1837, che oggi ospita un eccellente ristorante con bar annesso.
Hotel de Russie
Dal piazzale parte l'ombreggiata scalinata del Pincio, che attraverso giardini e fontane scende in Piazza del Popolo, con scorci mozzafiato sulla città. Per un aperitivo o solo per il piacere di un luogo esclusivo e ottocentesco, all'inizio di via del Babuino, sulla sinistra, si staglia l'Hotel de Russie, il più amato dalle star di passaggio, realizzato da Valadier durante gli anni della sistemazione di piazza del Popolo. All'inizio si chiamava Locanda di Russia per l'aristocratica clientela che lo frequentava: zar, nobili in esilio e intellettuali.
Oggi al Bar Stravinskij, alla base del Jardin Secret disegnato e progettato da Valadier, si sorseggiano cocktail legati alle stagioni. Oltre alla fitness room e alla Spa (aperta a tutti) che propone rituali legati alla vecchia Roma, l'ultima novità è il parrucchiere aperto 7 giorni su 7 (su prenotazione), ideale per risistemarsi dopo la palestra.
Villa Doria Pamphilj
Poco oltre al 33, ecco Barrilà Boutique, per acquistare scarpe e stivali con un ottimo rapporto qualità-prezzo, mentre al 38, cuore dell'antiques district capitolino, c'è lo Spazio Lebole, galleria specializzata nell'offerta di tele con soggetti femminili nell'arte mitteleuropea a cavallo tra XIX e XX secolo.
Sempre nell'Ottocento anche le principali ville nobiliari vengono risistemate. La prima è Villa Doria Pamphilj che fu teatro, nel 1849, di uno dei più violenti scontri per la difesa di Roma Capitale.
La seconda è Villa Ada, prima proprietà dei principi Pallavicini e poi acquistata nel 1872 da Vittorio Emanuele II che la ingrandì. 
Villa Borghese, forse la più amata dai romani anche per la sua centralità, è il terzo parco della capitale, alla cui proprietà nel 1833 viene annessa la Casina delle Rose, oggi Casa del Cinema (piazzale Marcello Mastroianni). Nel 1807 nell'attuale Casina dell'Orologio (piazza di Siena), già casino di Gabi viene smantellato il museo (e il materiale spostato al Museo del Louvre) e nel corso del XIX secolo dal parco dei Daini (via Raimondi) riserva privata del principe, spariscono i daini e le gazzelle che hanno dato il nome all'area. Tredici anni dopo l'incoronazione di Roma capitale nel 1870, all'interno del parco, nasce la Galleria Nazionale d'arte Moderna e Contemporanea che viene inaugurata nel 1833 nel Palazzo delle Esposizioni e viene poi trasferita nel Palazzo delle Belle Arti, in cui 15 sale sono dedicate al XIX secolo: tra queste il Salone dell'Ercole, la Sala della Psiche e quella della Saffo, quella dello Jenner e il salone Giordano Bruno. Per quel che riguarda Villa Torlonia, con il pregiato museo della Casina delle Civette e il ristorante la Limonaia, è il gusto scenografico di Giovanni Torlonia che dal 1828 a fine secolo anima la nuova disposizione della zona sud, realizzata dal paesaggista Giuseppe Jappelli.







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