Procida |
Procida è uno scoglio tufaceo di soli 3,7 chilometri quadrati di superficie. Isola di marinai è stata mirabilmente raccontata da Elsa Morante ne L'isola di Arturo. Qui si sono girati più di trenta film, tra cui il Il talento di Mr. Ripley e Il Postino e molti spot pubblicitari. Per celebrare la settima arte, lo scomparso Fabrizio Borgona fondò il Procida Film Festiva, che quest'anno si tiene dal 6 al 10 settembre. Su questa scheggia vulcanica al Largo dei Campi Flegrei, gli abitanti diedero vita ad una scenografica architettura difensiva. Per secoli dovettero rinchiudersi nella cittadella di Terra Murata, finché La Battaglia di Lepanto mise fine alla razzie saracene. Nono si possono non notare i tipici "casali vascello", caratterizzati dai vefi, aperture ad arco che tratteggiano vele immaginarie, contrafforti in muratura che ricordano gli alberi dei velieri e scale esterne "a giraffa", mentre i tetti s'ingobbiscono creando cupole per tutelarsi dall'umidità.
Porticciolo della Corricella |
A Marina Grande, i riflessi policromi dei gozzi da pesca ondeggiano nell'acqua fondendosi con quella della settecentesca Chiesa di S.Maria delle Pietà e S. Giovanni Battista. Dalla spiaggetta di Punta della Liguria, con vista sul Monte di Procida, si può salire la scalinata per via della Lingua, penetrando così in angoli silenziosi, tra limoneti e panni stesi. Da Piazza dei Martiri, dominata dalla barocca Chiesa della Madonna delle Grazie, si scende via San Rocco e s'imbocca la Gradinata del Pennino per il Porticciolo della Corricella; set amatissimo da registi e pubblicitari. Il villaggio del Seicento, dove l'azzurra Piazzetta Troisi onora l'attore, ha le case di tanti colori diversi: così i pescatori, dal mare, potevano riconoscere la propria. Per raggiungere la città medioevale di Terra Murata, da Piazza dei Martiri si prende la Salita Castello, dove il Belvedere dei Cannoni incornicia in una "cartolina" la Corricella, la Chiaia e Punta Pizzaco. Dopo la Porta di Ferro, in fondo alla Piazza d'Armi c'è il Castello, voluto nel 1563 dal Cardinale Innico d'Avalos e poi convertito da Carlo III di Borbone in Palazzo Reale nel 1744.
Dal 185 divenne un collegio militare e nel 1830 un carcere che, dismesso nel 1988, versa tutt'ora in stato di abbandono. L'Abbazia San Michele è il gioiello dell'acropoli: con i suoi vicoletti coperti, le scale, i terrazzini fioriti, i pozzi e la quiete rapisce il visitatore in una dimensione atemporale. Vi si ammirano la chiesa dal soffitto a cassettoni in legno e oro, il presepe, la biblioteca, l'ossario e la Cappella di Sant'Alfonso, con un organo settecentesco, tra bare intagliate e la Deposizione di Cristo del Guarino. Dal Belvedere di Via borgo, affacciato sul Golfo di Napoli, sembra di toccare le barche che veleggiano verso il Vesuvio.
Ridiscendendo in Piazza dei Martiri, si avanza su Via Scotti, fra edifici del '600. Non ci sono marciapiedi e bisogna strisciare lungo i muri per scansare il traffico, che si spegne solo durante la siesta. Via dei Bagni si spinge giù fino alla nerissima spiaggia di Chiaia, protetta dalla dorsale di tufo. A sud della Baia ci sono i gradoni per risalire in Via Pizzaco, prodiga di bei panorami al pari di Via De Gasperi, che avanza sul ciglio della falesia, lungo la Cala del Carbogno, e regala il Belvedere delle Centane. A Marina Chiaiolella, sulla costa sud ovest, gli alloggi dei naviganti si allineano lungo il microgolfo a ferro di cavallo. In estate la rena vulcanica del vicino Ciraccio, lo spiaggione del litorale occidentale, diventa bollente, ma di pomeriggio si è rinfrescati dal ponentino, mentre il tramonto disegna le silhouette di Ischia e dell'isolotto di Vivara. Da Via Flavio Gioia si accede alla spiaggia del Postino, spesso affollata, mentre Via del Faro, tra orti e vigneti, permette di raggiungere la scogliera della "lanterna", ideale per un tuffo con vita su Marina Grande.
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