Santuario Abbazzia di Montevergine |
La Campania è stata tra le prime aree vinicole del Paese e l'Irpinia, fin dai tempi dell'antica Pompei, ne rappresenta oggi più che mai la massima espressione. Dalla valle del Calore a quella del Sabato, i due fiumi che scorrono fra Benevento e Avellino, si succedono le produzioni di Fiano, che intorno a Lapio da il meglio di sé grazie al terreno argilloso-calcareo e all'altitudine che regala eleganza, di Aglianico, con le massime espressioni di Taurasi intorno all'omonimo borgo, e di Greco, un tempo prodotto solo a Tufo e oggi allargato ad appena otto comuni: insieme formano l'eccellenza campana, tanto che anche dal punto di vista normativo si traducono nelle tre Docg della regione. Mentre nel Sannio, al confine con l'Irpinia, si sprigiona la vivacità della Falanghina.
Tenuta Sarno 1860 |
Non a caso, è proprio intorno all'eccellenza dei vini e alla loro crescita sia nazionale che internazionale che oggi sta iniziando la riscossa economica e turistica del territorio, con le cantine che si aprono all'ospitalità.
Il giro può iniziare dal bellissimo Santuario Abbazia di Montevergine, sui monti del Partenio che sovrastano Avellino: un luogo ricco di fascino, con la Madonna nera che ogni anno richiama migliaia di Pellegrini, la mostra dei presepi e, poco lontano, il settecentesco Palazzo Abbazia di Loreto, custode di preziosi archivi storici e di un'interessante produzione di liquori di padri benedettini.
Cantine Mastroberadino |
Sempre ad Avellino, si alzano i primi bicchieri nella splendida sede della Tenuta Sarno 1860, circondata da un parco secolare e stracolma di oggetti d'arte e reperti archeologici: un luogo di memorie familiari e di scelte coraggiose, come quella di piantare solo Fiano nei terreni a Candida. Ottenendo complice anche l'esposizione a Sud e l'altitudine che regalano zucchero e acidità, vini inconfondibili come il Sarno 2011, ricchissimo di aromi, perfetto su coniglio e formaggi.
Feudi di S. Gregorio |
Pochi chilometri appena e ad Atripalda, città dalle origini antichissime con il Museo del Palazzo ex Dogana dei Grani, la bellissima, secolare cantina di Piero Mastroberadino è il simbolo dell'Irpinia vinicola. Grotte d'invecchiamento affrescate, 200 ettari, 13 tenute, la passione che si rinnova inalterata da 10 generazioni. E fantastici vini, fra cui il raffinatissimo Lacrimarosa, 100% Aglianico dal colore incredibilmente delicato grazie alla spremitura dolcissima dei grappoli o il prezioso Villa dei Misteri, vera "chicca culturale" da contemplare prima ancora da bere, perché realizzato con un progetto della Soprintendenza archeologica di Pompei nelle vigne all'interno degli scavi.
I Favati |
Sempre in zona, a Sorbo Serpico, altra cantina di grande prestigio è la splendida Feudi di S. Gregorio delle famiglie Capaldo ed Ercolino. Biglietto da visita del rinascimento enologico del Sud in tutto il mondo, centro di grande ospitalità. con residence e ristorante, e naturalmente paradiso di vini, a partire dal Dubl Falanghina, perfetto per un brindisi di accoglienza.
Il giro delle cantine continua a Cesinali, dove la l'azienda I Favati prosegue una tradizione familiare iniziata ai primi del '900: 16 ettari, 100.000 bottiglie, esportazioni in tutto il mondo. E' la passione di Rosanna Petrozziello, del marito Giancarlo Favati e del cognato Piersabino, che intorno ai vini fanno ruotare la più calorosa ospitalità. Fermatevi a dormire e assaggiare i piatti della tradizione, annaffiati da Irpinia Doc Campi Taurasini.
Azienda Benito Ferrara |
Ma il territorio non è solo vini. Tutta l'area è un su e giù di strade e stradine che ad ogni curva rivelano borghi arroccati sulle alture: Montefalcione, Montemarano, Villamaina, Gesualdo.
Partendo da Avellino e percorrendo la panoramica dell'Ofantina, si supera la vista del paese di S. Angelo, arroccato su una cima, e si arriva a Taurasi, centro produttivo storico dell'Aglianico. Il paesaggio è bellissimo, la terra scura e fertile per l'apporto di ceneri vulcaniche, i prodotti ortofrutticoli e i vini sublimi. Qui si trovano le cantine del poliedrico Antonio Caggiano. Grandi scenografie, archi e volte, un piccolo museo, foto, pitture di ogni tipo, e naturalmente vini di grande qualità, prodotti insieme con il figlio Giuseppe. Come il Taurasi Docg Vigna Macchia dei Goti, rosso rubino, intriso di aromi, insuperabile su cacciagione e formaggi stagionati.
Fattoria La Rivolta |
Poco più in là c'è Montemiletto e, infine, Tufo, il cui nome inevitabilmente ci riporta al famoso vino Greco di Tufo, bianco d'eccellenza, originario della Tessaglia, già coltivato in epoca romana e arrivati qui a metà del '600, dove, ancora oggi trova il suo habitat ideale nelle esposizioni a sud e nei terreni argillosi-sabbiosi, ricchi di minerale. Per assaggiarlo al meglio, basta salire alle panoramicissime cantine dell'Azienda Benito Ferrara, e farsi riempire il bicchiere da Gabriella che, insieme con il marito Sergio, tiene alta una tradizione vinicola di quattro generazioni.
Per chiudere il cerchio occorre entrare nel Sannio, dove comincia ad esprimersi al meglio la Falanghina. L'appuntamento è alla Fattoria La Rivolta, vicino a Torrecuso, dove all'ombra del Monte Taburno, in uno scenario di vigneti a perdita d'occhio, la famiglia Cotroneo produce vini di qualità rigorosamente biologici. Un sorso di Falanghina del Sannio Taburno Dop 2015, da assaporare sul bel terrazzo, e chi vuole può concludere il giro con una pausa di benessere assoluto poco più a nord nel resort di Acquapetra, dove tutti i vini della regione diventano più magici a bordo di una piscina o dopo una giornata di coccole e trattamenti.
Nessun commento:
Posta un commento