domenica 14 febbraio 2016

Napoli: tra cripte e fiumi sotterranei

Da più di settemila anni, il sottosuolo della città di Napoli è frequentato dagli uomini. Sotto l'asfalto della città partenopea, infatti, si nascondono ipogei funerari, catacombe, cave, gallerie e cisterne. 
Intorno al 1850 Ferdinando II di Borbone realizza una cavità sotterranea che si estende sotto la collina di Pizzofalcone, nel quartiere San Ferdinando: la Galleria Borbonica. Inizialmente doveva essere soltanto un passaggio a disposizione delle truppe militari da Palazzo Reale alle caserme, ma le vere intenzioni erano di farla diventare anche un'opera di uso pubblico.
La galleria, però, è rimasta aperta solo tre giorni. Vari sono stati i modi in cui è stata utilizzata: durante la Seconda guerra come rifugio, per arrivare poi agli anni Settanta quando è diventata deposito giudiziario di vetture e motociclette ai cui proprietari erano state sequestrate a seguito di problemi con la giustizia.
Attraverso tunnel strettissimi è possibile raggiungere la Cisterna delle quattro croci. Il nome è dovuto alla presenza, appunto, di quattro  piccole croci incise in alto su una delle pareti. Il significato delle incisioni non è ancora noto. Si ipotizza che prima della cisterna ci fossero alcune sepolture. 
Sempre attraverso il tunnel borbonico si può raggiungere un luogo aperto al pubblico solo di recente. Seguendo un percorso che si chiama la La via delle memorie si arriva a un'altra cisterna: in passato serviva il Palazzo Serra di Cassano, che si trova esattamente qualche metro più in su, in superficie. Questi luoghi correvano però il rischio di essere inquinati dalle acque nere. Cosa che avvenne alla fine dell'Ottocento quando si diffuse il colera in città. 
Ma altri misteri si nascondono nel sottosuolo come ad esempio catacombe in cui si possono contare circa otto milioni di corpi. Tra i cimiteri più noti di Napoli c'è sicuramente il Cimitero delle Fontanelle. Questo cimitero nasce come cava e diventa luogo di sepoltura in seguito ad aventi catastrofici. Tra il 1500 e il 1600 Napoli venne colpita da epidemie, carestie, terremoti, eruzioni che hanno provocato numerose vittime. Solo la peste del 1656 ha ucciso 250 mila abitanti su 400 mila. Una vera e propria strage. I cimiteri delle parrocchie si sono saturati. Cosi all'insaputa dei parenti, accadeva che gli addetti delle pompe funebri riesumassero i cadaveri per poi gettarli nella cave. Le leggende sul cimitero delle Fontanelle sono numerose: da quella della contessa che sarebbe morta strozzata da uno gnocco, da cui la posizione della bocca aperta, a quella del teschio del capitano che avrebbe poteri magici. Ciò che è certo , è che qui all'inizio del Novecento, è avvenuto il commercio delle "anime pezzentelle". Si veniva nel cimitero e si sceglieva un teschio da ripulire e tenere in buona conservazione. Poi la richiesta della grazia: se il defunto fosse apparso in sogno e avesse dato una qualche forma di aiuto, la famiglia avrebbe continuato a tenere in considerazione il teschio. Al contrario, lo avrebbe ributtato nel mucchio e sostituito con un altro. Una pratica che è andata avanti fino al 1968. L'ossario è stato chiuso al pubblico proprio per sradicare questa consuetudine. 


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