Antichi riti in onore della "santuzza"
Una delle tradizioni più celebri della Sicilia segue antichi rituali e festeggiamenti in onore di Sant'Agata, patrona di Catania. Dai ceri votivi alla processione che dura fino a notte fonda, dagli incappucciati al busto di oro e gemme della Santa: è tutto una sorpresa continua.
Per tre interi giorni, Catania dimentica ogni cosa per concentrarsi sulla festa di Sant'Agata, così straordinaria e particolare, una delle più celebri dell'intera Sicilia.
Tradizione, culto e folclore sono i tre ingredienti principali che richiamano milioni di visitatori.
Il primo giorno, mercoledi 3 febbraio, è riservato all'offerta delle candele alte o pesanti quanto la persona che chiede la protezione, che sfilano in processione insieme ai grossi ceri delle corporazioni o dei mestieri. Uno spettacolo di fuochi d'artificio chiude la giornata in piazza Duomo, ricordando che la santa vigila sempre sul fuoco dell'Etna e di tutti gli incendi.
Il 4 febbraio le strade della città si popolano alle prime ore dell'alba di devoti che indossano il tradizionale "sacco", una bianca veste penitenziale stretta da un cordone, con cuffia nera, fazzoletti e guanti bianchi, per giungere insieme ad aprire il cancello che conserva il busto di sant'Agata. Luccicante di oro e di gemme preziose, dopo la messa solenne, il busto viene portato in processione per la città per l'intera giornata, fino a tarda notte.
Il giorno successivo, 5 febbraio, in tarda mattinata viene celebrato il pontificale mentre in serata ha inizio la seconda parte della processione che ha il momento più emozionante durante il passaggio per via di San Giuliano, il più pericoloso causa la pendenza della strada. I fuochi d'artificio segnano la chiusura dei festeggiamenti e l'inizio dell'attesa per la festa estiva del 17 agosto.
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