Teatro Verdei |
Il profilo dell’attuale città si va delineando negli ultimi decenni dell’Ottocento e nei primi del Novecento attraverso due consecutivi sviluppi urbanistici. Il primo, di impronta modernista, a occidente della città vecchia verso il porto commerciale, vede sorgere numerose palazzine in stile liberty; il secondo, a oriente, lungo due importanti assi viari paralleli al mare, via Lungomare Trieste e l’attuale via Roma, culmina con la costruzione di numerose opere ed edifici pubblici del periodo fascista.
La città nuova, che si estende alla “conquista del mare” avanzando verso la spiaggia, cresce senza alcuna connessione diretta con il centro antico.
Fulcro urbanistico e culturale della nuova Salerno è il Teatro Verdi, restaurato nel 1994, primo edificio a segnare l’avanzamento sul fronte del mare. Costruito sul modello del “San Carlo” di Napoli, su progetto di Antonio D’Amora, il teatro venne inaugurato nel 1872 con l’opera “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, compositore al quale fu successivamente intitolato nel 1901, anno della morte. Da ricordare, nel foyer del teatro, la scultura di Giovanni Battista Amendola raffigurante Pergolesi morente e la tela, rappresentante Gioacchino Rossini, al centro del plafond. Di particolare rilievo sono i lavori di decoro dell’interno e dei palchi del teatro affidati a Gaetano D’Agostino, famoso pittore salernitano che operò affiancato da prestigiosi artisti partenopei, fra questi Domenico Morelli autore del sipario.
Villa comunale |
Del D’Agostino sono, anche, le decorazioni e i dipinti delle sale di rappresentanza dell’annesso Casino Sociale. Adiacente al Verdi si trova la Villa Comunale, realizzata nel 1874 attorno alla preesistente fontana detta di don Tullio o di Esculapio, sorta nel 1790 come punto di ristoro per i passanti e i viandanti. La Villa, nata come collegamento tra la città vecchia e la moderna, tra il teatro e il mare, (arricchita nel tempo di opere come il Monumento a Nicotera, di Giovanni Balzico), negli ultimi anni è stata rivalorizzata da un restauro urbanistico e dall’innesto di piante rare mediterranee.
A destra della Villa, su via Lungomare Trieste, sorge la Casa del Combattente, edificata nel 1925 in seguito ai lavori di bonifica della spiaggia; l’edificio, con l’ampia scalinata a due rampe, di gusto tardo liberty, è oggi sede della Fondazione d’Arte Contemporanea “Filiberto Menna”. Proseguendo, sulla sinistra, si trova il Palazzo del Littorio, ultimo edificio pubblico di costruzione fascista, oggi sede della questura e della prefettura.
Avanzando, oltre piazza Amendola, sorge l’imponente Palazzo di Città, inaugurato nel 1936 su progetto del noto ingegnere napoletano Camillo Guerra. L’edificio presenta un portico sul prospetto principale; in facciata, sulle lunette dei finestroni, un tempo erano collocate delle statue in bronzo di Gaetano Chiaromonte, oggi conservate all’interno dell’edificio.
Palazzo della Provincia |
All’ingresso, un cortile con un ampio “scalone d’onore” a due rampe conduce, al primo piano, al Salone dei Marmi. La sala, completamente rivestita di marmi policromi e mosaici, è arricchita dal ciclo di pitture che rappresentano i momenti storici salienti della vita cittadina, realizzato dall’artista salernitano Pasquale Avallone. Al piano terra, restaurato da pochi anni, si trova il Teatro Augusteo.
Proseguendo su via Roma, un altro porticato, a doppia altezza, segnala Palazzo Natella, del 1922, in chiaro stile Neo-Liberty.
La facciata rivolta al mare, in origine, accoglieva un albergo e un caffè oggi restaurato, il Vittoria, completamente affrescato dall’Avallone, con ampie specchiere che ricordano atmosfere di altri tempi.
Questa zona, dal Teatro Verdi a Palazzo Natella, con l’ampio lungomare e le adiacenti strade del cen-
tro antico, rappresenta oggi non solo il centro amministrativo e culturale della città, ma anche, con i numerosi locali, il cuore della movida salernitana.
Sempre su via Roma, svoltando a sinistra per via Duomo, prima del palazzo della Provincia, risalendo fino al Largo Cassavecchia, si può visitare il Museo della Ceramica, voluto da Alfonso Tafuri, (che raccoglie pezzi della tradizione campana dal XVI al XX secolo). Ritornando su via Roma e proseguendo ad oriente, si può vedere sulla sinistra, in piazza Flavio Gioia, al centro della cosiddetta Rotonda (dove un tempo si svolgeva un frequentato mercato), la Fontana dei Delfini di Riccardo Dalisi, di recente costruzione. Salendo le scale, a destra della piazza, dirigendosi verso la chiesa di San Pietro in Camerellis, si incontra la Fontana Felice, del 1996, in ceramica, di Ugo Marano. Sul lato opposto di via Roma, all’altezza di piazza Flavio Gioia, sorge il palazzo della Camera di Commercio, del 1927 e più avanti, il Palazzo delle poste e telegrafi, entrambi del periodo fascista. Proseguendo all’inizio di corso Garibaldi, è facilmente riconoscibile per la monumentalità di stampo fascista, il Palazzo di Giustizia, inaugurato nel 1939, con l’imponente facciata scandita da colonne. Salendo a sinistra, lungo via Adolfo Cilento, si incrocia corso Vittorio Emanuele, e, procedendo verso la stazione ferroviaria, si raggiunge la chiesa del Sacro Cuore, costruita nel 1936 in stile romanico.
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