Cosa è successo all'antica colonia romana, Sinuessa, che sorgeva sul litorale domizio, precisamente nei pressi di Mondragone?
LA STORIA

L'importanza della città nel II sec. a.C., è provata dall'ampliamento delle mura e dalla ristrutturazione del foro nel 174 a.C. ad opera del censore Q. Fulvio Flacco. Questa importanza scaturiva dalla ricchezza della colonia, dovuta alla produzione vinicola e alle acque termali; i nomi Falerno e Acque Sinuessane, iniziarono a circolare a Roma e in tutto il territorio della repubblica. Nel 133 a.C. è teatro di una sanguinosa rivolta di schiavi, domata con l'esecuzione di 4000 rivoltosi.


Alcune notizie del IV sec. d.C., ci vengono da fonti ecclesiastiche. Sotto la persecuzione dei cristiani di Diocleziano, tra il 303 ed il 309 d.C., vennero martirizzati il prefetto di Roma Cromario che vi si era rifugiato; il vescovo di Sinuessa San Secondino e quello di Sessa San Casto. In questo caso, le notizie sono poco affidabili data la mancanza assoluta di documenti episcopali della Diocesi di Sinuessa che certamente esistette ma della quale nulla ci è pervenuto. Sicuramente falso, è il presunto Concilio Sinuessano. La città dovette subire certamente il saccheggio dei Visigoti di Alarico nel 410 d.C.; dopo il sacco di Roma, questi scesero la penisola attraverso l'Appia e quindi era inevitabile l'impatto con Sinuessa. I resti archeologici mostrano un abbandono del sito a partire dalla fine del III secolo, mentre sono assenti del tutto per il IV sec.
IL MISTERO
Il porto giace dieci metri sott'acqua. Alla spiaggia si arriva percorrendo un basolato romano che si perde nella sabbia. Per ritrovare le sue tracce bisogna buttarsi in acqua e immergersi a tre metri di profondità. Ora è posato sul fondo del mare. Cosa sia successo a Sinuessa, l'antica colonia romana che sorgeva sul litorale domizio (oggi comune di Sessa Aurunca) è un interrogativo ancora irrisolto. Si sa solo che il terreno si è abbassato di almeno otto metri in epoca romana.
Le ipotesi sono tante. E' bene comunque precisare che lo sprofondamento sembra dovuto a una somma di eventi. Ma eventi di che tipo? In primo luogo si pensa che un terremoto, seguito forse da uno tsunami, abbia causato un primo abbassamento di diversi centimetri. Abbastanza perché il porto fosse inutilizzabile e venisse abbandonato. In questo punto del litorale domizio, quindi, le barche non attraccano da oltre duemila anni. Ecco spiegato perché le strutture e gli oggetti ritrovati sul fondo del mare sono inequivocabilmente di epoca romana. Una volta abbandonato, il porto ha continuato a inabissarsi. In geologia duemila anni sono un'inezia e otto metri di abbassamento in un lasso di tempo così limitato sono un'anomalia.
E c'è un altro dato certo: l'uomo non c'entra niente. Le cause del fenomeno sono naturali. A dieci metri di profondità, a poca distanza dal porto, sono stati ritrovati 24 blocchi di pietra da sessanta tonnellate l'uno. Servivano probabilmente per delimitare i punti di attracco. Nel corso dei secoli alcuni di questi enormi massi si sono spostati, rotolando per diversi metri. Difficile pensare a un intervento umano.
Scoprire a quale destino sia andato incontro il porto di Sinuessa significa capire qualcosa di più di una colonia che giocò un ruolo molto importante nella sua epoca. A testimoniarlo c'è l'imponente teatro romano di Sessa Aurunca, che poteva ospitare quasi seimila persone. Ma soprattutto, Sinuessa era un importante snodo commerciale. Da qui partiva la rotta del vino Falerno, uno dei più famosi dell'epoca romana (Cicerone, Virgilio e Orazio ne decantarono le lodi) e prodotto ancora oggi a Falciano del Massimo e Carinola, a pochissimi chilometri da Sessa Aurunca.
IL MISTERO
Il porto giace dieci metri sott'acqua. Alla spiaggia si arriva percorrendo un basolato romano che si perde nella sabbia. Per ritrovare le sue tracce bisogna buttarsi in acqua e immergersi a tre metri di profondità. Ora è posato sul fondo del mare. Cosa sia successo a Sinuessa, l'antica colonia romana che sorgeva sul litorale domizio (oggi comune di Sessa Aurunca) è un interrogativo ancora irrisolto. Si sa solo che il terreno si è abbassato di almeno otto metri in epoca romana.

E c'è un altro dato certo: l'uomo non c'entra niente. Le cause del fenomeno sono naturali. A dieci metri di profondità, a poca distanza dal porto, sono stati ritrovati 24 blocchi di pietra da sessanta tonnellate l'uno. Servivano probabilmente per delimitare i punti di attracco. Nel corso dei secoli alcuni di questi enormi massi si sono spostati, rotolando per diversi metri. Difficile pensare a un intervento umano.
Scoprire a quale destino sia andato incontro il porto di Sinuessa significa capire qualcosa di più di una colonia che giocò un ruolo molto importante nella sua epoca. A testimoniarlo c'è l'imponente teatro romano di Sessa Aurunca, che poteva ospitare quasi seimila persone. Ma soprattutto, Sinuessa era un importante snodo commerciale. Da qui partiva la rotta del vino Falerno, uno dei più famosi dell'epoca romana (Cicerone, Virgilio e Orazio ne decantarono le lodi) e prodotto ancora oggi a Falciano del Massimo e Carinola, a pochissimi chilometri da Sessa Aurunca.
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