giovedì 10 luglio 2014

Parco Nazionale del Circeo

La storia del Parco Nazionale del Circeo
Il Parco Nazionale del Circeo viene istituito nel 1934 (L. 285/1934) “allo scopo di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico e per la   promozione   e   lo  sviluppo  del  turismo  e  delle  attività compatibili”.
Era l’epoca non solo dei grandi interventi di bonifica delle paludi pontine, ma anche del taglio della foresta di Terracina, azioni entrambe tese a creare estese aree agricole gestite attraverso un sistema di poderi e di nuove città. 
La preoccupazione che il taglio della foresta portasse alla scomparsa di una delle aree naturali più belle ed interessanti del nostro Paese, spinse a chiedere l’istituzione di un  Parco Nazionale (il terzo in Italia, dopo il Parco del Gran Paradiso e quello d’Abruzzo).
La richiesta fu accolta non senza problemi, tant’è che fu lo stesso Benito Mussolini a dirimere la questione autorizzando personalmente l’istituzione del parco, associando alla protezione della foreste anche la realizzazione di una nuova città, Sabaudia (che non a caso è stata fondata sempre nel 1934), da destinarsi allo sviluppo turistico. 
Nel 1979 entra a far parte del Parco Nazionale del Circeo anche l’isola di Zannone, posta in posizione frontale al promontorio del Circeo, appartenente all’arcipelago delle Isole Ponziane.
Rispetto al perimetro iniziale il Parco Nazionale del Circeo ha subito una modifica sostanziale negli anni ’70 quando, a causa di pesantissimi interventi di edilizia abusiva, fu a tal punto compromesso un tratto del Lido di Latina da giustificarne l’esclusione dall’area protetta. Anche per compensare quest’intervento, nel parco furono inclusi i laghi  costieri di Fogliano, Monaci e Caprolace che furono, negli anni ’80, acquisiti al demanio pubblico grazie ad un provvidenziale intervento dell’allora Ministero dell’Agricoltura, che impedì così una speculazione che, in quei luoghi, avrebbe voluto condomini e villette a schiera.

Uno scrigno di biodiversità

In un piccolo scrigno di 8.917 ettari sono racchiusi scenari e paesaggi unici.
Istituito nel 1934, il Parco Nazionale del Circeo nasce per tutelare non una singola specie ma un ricco mosaico di ambienti.
La sua istituzione, avvenuta quando l’intera area pontina era sottoposta ai radicali interventi di bonifica, evitò il totale disboscamento dell’antica “Selva di Terracina” di cui, una piccola porzione risparmiata dal taglio costituì, insieme al Lago di Sabaudia, alla Duna Litoranea ed al Promontorio del Circeo, la prima configurazione del Parco. 
Nel 1975 venne decretato un ampliamento con l'inclusione dei laghi costieri di Fogliano, Monaci e Caprolace, che insieme costituiscono uno dei più importanti ambienti umidi costieri d’Italia. Dal 1979 il Parco del Circeo comprende anche una parte insulare, la meravigliosa e incontaminata isola di Zannone.
Il Parco Nazionale del Circeo è un territorio dove si incontrano ambienti molto diversi tra loro ma ognuno necessario alla sopravvivenza dell’altro. Le Dune, che corrono lungo tutto il tratto costiero, proteggono l’entroterra così che migliaia di uccelli migratori possano trovare rifugio nelle zone umide e la selva possa proliferare al riparo dai venti carichi di salsedine, mentre i rapaci che popolano il Promontorio gettano il loro sguardo su tutto il Parco fino aIl’Isola di Zannone, là nell’Arcipelago Pontino.

La Duna Litoranea: una mezzaluna ricca di vita.

Lungo la costa, dalle falde calcaree del Promontorio e per 25 Km verso nord, fino a Capo Portiere, si sviluppa la Duna Litoranea del Parco Nazionale del Circeo, con la sua caratteristica forma a mezzaluna.
La Duna costiera del Parco è uno ambiente unico in Italia e per questo è tutelato dall’Unione Europea.
La spiaggia è formata da sabbie sottili e alle sue spalle si innalza il cordone dunale, che raggiunge altezze anche di 27 metri.
Le alte temperature, le lunghe siccità, il terreno poco fertile e i forti venti rendono difficile la sopravvivenza delle specie vegetali, che hanno dovuto sviluppare particolari adattamenti.
Il versante lato mare, fortemente esposto al vento carico di salsedine, è caratterizzato da vegetazione alofila, mentre il versante interno, protetto dai venti marini, è caratterizzato dalla macchia mediterranea, che ospita una ricca e fuggevole fauna.
La sommità della Duna è percorsa da una strada che, nel tratto in corrispondenza del lago dei Monaci, è percorribile solo a piedi o in bicicletta.
Oltre al periodo estivo in cui la fascia costiera è frequentata da migliaia di turisti per le ampie spiagge e lo splendido mare, la primavera è forse il momento in cui la Duna ci mostra il suo lato più spettacolare: la rigogliosa fioritura la trasforma in un mosaico multicolore in cui brillano il giallo delle Leguminose e il rosa della Silene, che ci inebriano con i loro profumi. In ogni periodo dell’anno comunque la Duna è il luogo ideale per fare incontri emozionanti con la fauna che popola la zona costiera.
Con il suo territorio sabbioso ricco di piante ed animali in perenne balia del vento, del mare e dell’uomo, la Duna è un ambiente molto fragile: non invadere i suoi spazi e utilizzare sempre le passerelle in legno per muoversi all’interno di essa, è la prima regola per rispettare e preservare questo piccolo angolo di paradiso in terra.

La Selva di Circe: una magia che dura nel tempo.

Quella che oggi è conosciuta come Selva di Circe, è uno dei pochi esempi meglio conservati e più estesi di foresta planiziaria, ossia di pianura, esistente in Italia. Si estende per circa 3.300 ettari e mantiene molte peculiarità della Selva di Terracina, l'antica foresta costiera che, prima della bonifica degli Anni Trenta, occupava oltre 11.000 ettari.
Nella Foresta del Parco Nazionale del Circeo esistono tre aree di Riserva Naturale Integrale: la Piscina delle Bagnature, la Piscina della Gattuccia e la Lestra della Coscia.
Le Piscine sono delle aree paludose che si formano in modo naturale, per accumulo di acqua piovana e affioramento delle falde. Le Lestre invece, sono zone dove un tempo gli abitanti stagionali costruivano i loro villaggi, e di cui oggi conserviamo solo poche rovine.
La Foresta è un ecosistema ricchissimo ed estremamente vario e, per le sue caratteristiche, nel 1977, è stata dichiarata "Riserva della biosfera", nell'ambito del programma M.A.B. (Uomo e biosfera) patrocinato dall'Unesco.
La Foresta è visitabile tutto l'anno, tramite una fitta rete di sentieri, sia pedonali che ciclabili. 
A seconda delle stagioni, cambia volto e offre spettacoli sempre diversi. Dalle splendide fioriture primaverili, accompagnate dal canto degli uccelli e dalla vista delle “Piscine”, alla piacevole frescura estiva, con il silenzioso volo delle farfalle. Dalle scorribande autunnali dei cinghiali, nel coloratissimo scenario creato dai frutti di bosco e dai ciclamini in fiore, fino alla magica fioritura invernale del prugnolo.

Flora e Fauna

Nella Foresta del Parco Nazionale del Circeo troviamo diversi tipi vegetazionali a secondo delle condizioni microambientali del territorio.
La vegetazione delle aree asciutte è caratterizzata soprattutto dalla presenza dei cerri (Quercus cerris), associati al farnetto (Quercus frainetto) e alla farnia (Quercus rubur). Scarsa, invece è la presenza della roverella (Quercus pubescens), della sughera (Quercus suber) e del leccio (Quercus ilex).
Il sottobosco è denso e intricato ed è costituito soprattutto da pungitopo (Ruscus aculeatus) dalla felce aquilina (Pteridium aquilinum) dall'aparago (Asparagus acutifolius).
Il piano arboreo dominante della vegetazione delle “Piscine” è costituito dalla farnia (Quercus rubur), con frassino ossifillo (Fraxinus oxycarpa), ontano nero (Alnus glutinosa) e qualche esemplare di pioppo tremulo (Populus tremula). Tra le piante erbacee igrofile troviamo, invece, il giunco comune (Juncus effusus), la salcerella (Lhytrum salicaria), il finocchio acquatico (Oenanthe aquatica), la carice di ripa (Carex riparia), la menta d'acqua (Mentha aquatica), il giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus) e molte altre.
Per quanto riguarda la fauna, la foresta è sicuramente il regno del cinghiale anche se sono presenti molte altre specie.
Tra i Mammiferi: il tasso, la volpe, la lepre, il riccio, il moscardino e il daino(specie alloctona).
Tra i Rettili: la testuggine comune, il ramarro, il cervone, il biacco, il saettone e la vipera comune.
Tra gli Anfibi legati al terreno più asciutto: la raganella, il rospo smeraldino e comune.
Le piscine accolgono, invece, Anfibi e Rettili legati alla presenza di acqua, come la rana verde, la rana dalmatina, la biscia dal collare e la testuggine d'acqua. Durante la primavere le pozze sono frequentate anche dal tritone volgare e dal tritone crestato.
Nella Foresta, inoltre, nidificano molte specie di Picchi, (verde, rosso, maggiore, minore e torcicollo) uccelli Rapaci diurni (il nibbio bruno, il falco pecchiaiolo, il lodolaio) e notturni (la civetta, l'allocco), Columbiformi e molti Passeriformi, come la cincia, lo scricciolo,il rampichino e il fringuello.

Il Promontorio del Circeo: un grande incontro tra natura, mito e storia.

In qualsiasi punto della Pianura Pontina vi troviate e in qualunque direzione stiate andando, sarà difficile per il vostro sguardo non imbattersi nel Promontorio del Circeo, un rilievo calcareo alto 541 mt, icona stessa del parco, con un profilo che da sempre scatena la fantasia umana, facendone nel corso dei secoli, dimora di dei, maghe ed eroi.
Secondo la tradizione, Ulisse sarebbe entrato con la sua nave nell’odierna Cala dei Pescatori sul lago di Paola, per poi rimanere vittima dell’ammaliante Maga Circe, il cui profilo sarebbe ancora oggi visibile nella sagoma della montagna.
Il Promontorio è l'elemento paesaggistico più caratterizzante di tutta l’area pontina. Il suo versante interno, chiamato "quarto freddo", ospita una fitta foresta termofila. Mentre sul versante opposto, il "quarto caldo", esposto a sud e a ridosso del mare, le condizioni ambientali determinano una vegetazione a macchia mediterranea meno rigogliosa e esigente, con specie alofile resistenti a salsedine, siccità ed alte temperature.
La presenza diffusa di numerose grotte sul versante a mare, rende questo ambiente particolarmente interessante sotto il profilo geo-speleologico e, per i numerosi reperti rinvenuti, anche di notevole interesse preistorico. La grotta più conosciuta è la Grotta Guattari in cui nel 1939 fu rinvenuto un cranio di tipo neanderthaliano
Oggi il Promontorio ci colpisce soprattutto per la sua imponente e multiforme bellezza. Attrezzatevi di cartine e guide perché tali e tanti sono i sentieri e i punti di interesse del Promontorio che potreste rimanerne incantati e perdervi nella bellezza di questi luoghi come fece Ulisse molto tempo fa.

Flora e Fauna

Il massiccio del Promontorio è suddiviso in due versanti principali, a seconda dell'esposizione, Quarto Caldo e Quarto Freddo.  
Il versante Nord, Quarto Freddo, è caratterizzato dalla macchia alta, tipica foresta sempreverde maditerranea dominata dal leccio (Quercus ilex) e dal carpino nero (Ostrya carpinifolia). In questo versante troviamo anche la roverella (Quercus pubescens), il farnetto (Q. frainetto), e l'orniello (Fraxinus ornus). Tra gli arbusti, sono presenti la fillirea (Phillyrea latifolia), l'alaterno (Rhamnus alaternus), l'erica (Erica arborea), il corbezzolo (Arbutus unedo) e la ginestra (Spartium junceum). Ai piedi di questo versante, in località Selva Piana, si trova, inoltre, un interessante bosco di sughera (Quercus suber), che cresce rigoglioso, grazie alla protezione del Promontorio e all'elevata umidità dell'aria.
Il versante meridionale, Quarto Caldo, è sottoposto a fortissima insolazione e scarsa piovosità soprattutto in estate ed è caratterizzato da una vegetazione xerica (adatta a climi aridi) costituita soprattutto da ampelodesmeto (Ampelodesmos mauritanicus), pratelli di specie erbacee annuali, nuclei di macchia mediterranea a scerofille, macchia bassa e qualche lembo di lecceta.
La macchia mediterranea è caratterizzata dal lentisco (Pistacia lentiscus), dal mirto (Myrthus communis), dalla fillirea (Phillyrea latifolia), dall'alaterno (Rhamnus alaternus) insieme alle lianose, robbia selvatica (Rubia peregrina) e la straccia brache (Smilax aspera).
La macchia bassa forma una copertura molto densa ed è dominata dal Cisto (Cistus monspeliensis), dall'Erica (Erica multiflora), dal Rosmarino (Rosmarino officinalis), e dal Mirto (Myrtus communis).
Sulle rupi si possono trovare cespugli di Euforbia arborea (Euforbia dendroides), esemplari di Palma Nana (Chamaerops humilis) e una specie endemica Centaurea circae.
Nella zone rupestri costiere sono presenti specie vegetali alofili come il limonio (Limonium circaei) che forma bassi cuscini, il finocchio marino (Crithmum maritimum) e l'inula marina (Inula crithmoides), che si spingono fino a pochi passi dal mare. A ridosso di queste specie alofile si trovano cespugli di Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) e di Timelea barbosa (Thymelaea hirsuta)
Per quanto riguarda la fauna, il Promontorio è abitato da diverse specie di Mammiferi.
Oltre al cinghiale troviamo: il tasso, la donnola e il moscardino, che vivono nella leccetta di Quarto Freddo, ed alcune specie di pipistrelli, che trovano rifugio nelle vicinanze delle grotte.
Tra gli uccelli, di particolare importanza è la presenza del raro Falco pellegrino, che si riproduce sulle falesie del Monte e di alcuni Passeriformi tipici di ambienti rupestri come il Passero solitario, (nidificante) il culbianco(migratore) il piccio muraiolo (svernante) e il codirosso spazzacamino, (migratore e svernante).
Tra i rettili troviamo nella zona del Quarto Freddo la luscengola, il cervone e la vipera comune. Gli ambienti di macchia bassa, invece, sono frequentati dalla testuggine comune, dalla lucertola campestre e, tra gli Anfibi, dal rospo smeraldino.

Le Zone Umide: uno spettacolo da preservare.
A ridosso e parallelamente alla Duna Litoranea, si sviluppa un ambiente umido e lagunare costituito da quattro laghi costieri in successione - il Lago di Sabaudia o di Paola, il lago di Caprolace, il Lago dei Monaci e il Lago di Fogliano - e da Zone Umide, stagionalmente allagate. 
I laghi e le Zone Umide circostanti costituiscono il più importante ecosistema palustre d 'Italia e formano un complesso territoriale dichiarato "Zona Umida di Interesse Internazionale" ai sensi della  Convenzione di Ramsar (Iran 1971)
La localizzazione del Parco in un area geografica coincidente con le principali rotte migratorie, infatti, lo rende particolarmente adatto alla sosta di molte specie di uccelli.
Le lagune salmastre e le aree stagionalmente impaludate da acqua dolce del Parco Nazionale del Circeo offrono, infatti un ambiente particolarmente idoneo per le varie esigenze di sosta, svernamento o nidificazione di numerosissime specie dell'avifauna migratoria.
Sono oltre 260 le specie di uccelli acquatici, che popolano i laghi e gli specchi d'acqua del Parco in primavera e in autunno. Un binocolo e un buon manuale è tutto quello che vi serve per vivere rari ed emozionanti avvistamenti.

Flora e Fauna

Le rive dei laghi e dei canali sono coperte da una tipica vegetazione palustre, dominata dalla cannuccia di palude e dal giuncheto. I terreni acquitrinosi vicino alle sponde sono colonizzati dal salicornieto, un'associazione di piante pioniere ben adattate agli ambienti salmastri.
Laghi e acquitrini del Parco Nazionale del Circeo ospitano una ricchissima avifauna acquatica con oltre 260 specie, tra nidificanti e migratrici-svernanti. I laghi costieri del Parco, rappresentano per il Lazio il principale sito di svernamento degli uccelli acquatici, con un picco massimo di 23.400 uccelli (dato registrato nel 2006).
La localizzazione del Parco in un area geografica coincidente con le principali rotte migratorie, infatti, lo rende particolarmente adatto alla sosta di molte specie di uccelli, che utilizzano soprattutto le risorse trofiche presenti negli ambienti umidi situati nella fascia costiera. Nel Parco, in particolare, sostano specie di uccelli che seguono sia la direttrice migratoria diffusa su vasto fronte, che spinge i migratori ad attraversare diagonalmente la penisola in direzione NE-SO (fenomeno caratteristico dell'Italia Centrale) sia la direttrice migratoria tendente a seguire le coste della nostra penisola.
Tra gli uccelli presenti nelle zone umide del Parco troviamo gli Anatidi come il germano reale, la canapiglia, il fischione, il codone, il mestolone, il moriglione e la moretta tabaccata.
Anche le Folaghe, con oltre 10.0000 individui, sono particolarmente presenti in queste aree.
La colonia svernante dei cormorani che trova rifugio nei laghi del Parco è la più numerosa dell'Italia peninsulare. Tra le specie nidificanti troviamo, invece, il tuffetto, il tarabusino, il germano reale, la gallinella d'acqua.
Oltre ai laghi costieri (Laghi di Paola, Caprolace, Monaci e Fogliano) e ai i terreni incolti umidi (Pantani dell’Inferno), gli altri ambienti di particolare importanza per l'avifauna migratoria sono il Promontorio del Circeo e l’isola di Zannone.

L'Isola di Zannone: un paradiso perfettamente conservato.

L'Isola di Zannone fa parte dell’Arcipelago delle Isole Ponziane, con Ventotene, Ponza, Palmarola, Santo Stefano e Gavi. È la più settentrionale di tutte e solo la terz’ultima per estensione (103 ettari, pari a 0,9 km² circa).
Zannone è l'unica, tra tutte le isole ponziane, ad essere costituita, oltre che da rocce vulcaniche, anche da rocce metamorfiche e sedimentarie risalenti a oltre 200 milioni di anni fa.
Grazie alla sua notevole rilevanza naturalistica, nel 1979 è entrata a far parte del Parco Nazionale del Circeo, diventandone geograficamente l’appendice insulare.
Se pure di piccola estensione Zannone presenta, infatti, interessanti endemismi floristici e faunistici, preservati nell’arco dei secoli, grazie alla scarsissima presenza umana.
Sebbene l’isola sia stata luogo di insediamento umano sin dall'età preistorica, e qui siano passate grandi civiltà come quella Romana, nessuna si è mai fermata a lungo, a causa delle difficoltà di approdo.
Solo i frati benedettini-cistercensi, nel XIII secolo, si stabilirono nel Convento di Santo Spirito (di cui rimangono i resti) ma lo lasciarono di lì a poco per le continue incursioni dei pirati.
Zannone, a differenza delle altre isole dell'Arcipelago, frastagliate e brulle, è regolare, compatta e dotata di una ricca vegetazione mediterranea, rigogliosa e ben conservata, costituendo così il luogo di sosta ideale per migliaia di uccelli migratori. 

Flora e Fauna

Zannone, a differenza delle altre isole dell'Arcipelago, frastagliate e brulle, è regolare, compatta e dotata di una ricca vegetazione mediterranea, rigogliosa e ben conservata, costituendo così il luogo di sosta ideale per migliaia di uccelli migratori.
Sull’Isola di Zannone diverse sono le forme e i colori della vegetazione. Sebbene l’Isola sia caratterizzata da una tipica flora mediterranea, con Ginestre, Mirto, Erica arborea, Olivastro essa cambia notevolmente a seconda dell’altitudine e dei versanti dell’isola.
Aggrappato alla scogliera si trova l’Elicriso, che salendo viene sostituito da ciuffi di Lentisco,  Mirto ed Erica modellati dal vento. Andando ancora più in alto, la varietà di specie diventa più evidente, con Fillirea, Euforbia,  Cisti e Ginestre, che lasciano gradualmente il posto a Corbezzoli e Lecci ancora cespugliosi
Sul versante settentrionale invece, la vegetazione cambia radicalmente: il numero di specie diminuisce e si sviluppa un vero e proprio bosco di Leccio, con un sottobosco di Erica e Alloro. Curiosa infine la presenza di un solo esemplare di Quercia Castagnara, unica specie caducifoglia dell’isola.
Anche il mondo sottomarino riflette la rigogliosità della superficie emersa: così come l’isola, infatti, è coperta da un manto verde di fitto bosco, le pareti dei suoi fondali sono coperte da selve di gorgonie fitte e fluttuanti.
Grazie alla sua vegetazione ricca e lussureggiante, Zannone è la meta ideale di transito di numerose specie avio migratorie. Oltre ai comuni migratori, sono presenti il Falco Pellegrino e il Falco di Palude. Nell’isola nidifica anche il Gabbiano Reale, la Berta maggiore, la Berta minore, il Passero solitario. Tra le specie di passo: l’Albanella minore, la Tortora, la Rondine, il Codirosso, il Pagliarolo, e l’Averla capirossa. 

Inoltre vi si trovano anche endemismi di rettili quali la Lucertola, insetti Lepidotteri e Ortotteri. Sull’isola vive anche una piccola colonia di mufloni, introdotti sull’isola negli anni Venti direttamente dalla Sardegna, e ora specie protetta.

Il Parco e i suoi siti archeologici: un legame unico al mondo.

L’aspetto archeologico è una componente non solo importante ma imprescindibile del Parco Nazionale del Circeo: lo stesso Regolamento del Parco (1935) stabilisce a chiare lettere il fine di tutela e ricerca archeologica dell’Ente Parco.
Le presenze archeologiche individuate in questo territorio sono circa un centinaio, tali da permettere una discreta conoscenza degli insediamenti di età romana gravitanti attorno al Promontorio di Circe. Questi siti sono tutti di assoluto interesse scientifico, ma molti sono anche dei bellissimi luoghi da visitare per ogni turista che voglia godere della bellezza naturalistica e insieme storica del Parco.
La zona portuale di Torre Paola, il complesso delle ville sulle sponde del Lago di Sabaudia e nel Quarto Freddo la Villa di Domiziano, gli abitati in località Bella Farnia e Borgo Piave, i resti nella zona del Casale di Fogliano e presso il Rio Martino sono soltanto alcuni del luoghi straordinari presenti nel Parco Nazionale del Circeo.
Senza tutto ciò, questo territorio non sarebbe così affascinante e unico al mondo. La valorizzazione di tanta ricchezza archeologica, insieme a una migliore conoscenza del territorio, è uno degli obiettivi primari su cui si lavora da anni, per favorire soprattutto l’interdisciplinarietà dei settori naturalistico e storico-archeologico

Nessun commento:

Posta un commento