Il Parco nazionale del Vesuvio ha realizzato nel corso del triennio 2001-2003 "La Sentieristica del Parco nazionale del Vesuvio" costituita da 9 sentieri per una lunghezza complessiva di 54 Km di camminamento. Gli interventi hanno riguardato la mitigazione del rischio sui tracciati e l'allestimento degli stessi attraverso una segnaletica specifica per ciascun sentiero e una cartellonistica riportante le descrizioni delle principali emergenze naturalistiche, geologiche e storiche che si incontrano durante la passeggiata.
Lunghezza complessiva: 9972 m
Quota massima: 965 m slm
Difficoltà: alta
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 2,45’’ a/r
Meta intermedia: ore 4 a/r
Meta d’itinerario: ore 9 a/r
Itinerario 1: La valle dell'inferno |
La Valle dell'Inferno rappresenta una delle più suggestive passeggiate del complesso vulcanico Somma-Vesuvio perché è poco battuta e perché qui si vive l'imponenza del vulcano osservando dal basso il Monte Somma e il Vesuvio.
Essa è parzialmente invasa dalla lingua di lava dell'ultima eruzione del 1944, colonizzata dal lichene Stereocaulon vesuvianum. Il sentiero nel primo tratto si sviluppa in una pineta, in forte pendenza con tornanti che attraversano il Vallone Tagliente, su una strada asfaltata per i primi 600 metri dopo i quali il percorso diviene sterrato. Raggiunto il Largo dedicato al finanziere Angelo Prisco, assassinato dai bracconieri nel 1995, si prosegue a sinistra su un tratto agevole lungo il quale si nota la presenza dell'ontano napoletano. Un grande slargo invaso da depositi piroclastici rappresenta la meta ravvicinata.
Proseguendo si incontra un tratto a pendenza variabile che attraversa una macchia a ginestre da cui si ammira il Vesuvio e si osservano le bocche laviche del 1906 e la cupola lavica del 1929. Al termine del ginestreto è posta la meta intermedia.
Si imbocca in salita il percorso della Strada Matrone che risale agli anni ‘20-'30 e che è panoramico per tutta la sua lunghezza.. Al bivio, lasciata la Strada Matrone, si prosegue lungo uno sterrato che fiancheggia le pendici del Vesuvio. Intrapresa in discesa una deviazione sulla destra si entra nella Valle dell'Inferno.Risalendo si raggiungono i Cognoli di Levante sui quali è posta la più bella formazione di lava “a corda” del Vesuvio incisa da una profonda crepa in cui alloggiano numerose specie di felce. Il percorso prosegue con una serie di saliscendi che immettono sul tracciato dell'andata sino la meta d'itinerario.
Partenza da Ottaviano - via Ottaviano Augusto (Valle delle Delizie) (L'itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza).
Lungo i Cognoli
Lunghezza complessiva: 8134 m
Quota massima: 1112 m slm
Difficoltà: alta
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 2,30’’ a/r
Meta intermedia: ore 4,30 a/r
Meta d’itinerario: ore 8 a/r
Itinerario 2: Lungo i Cognoli |
Il sentiero nel primo tratto si sviluppa in una pineta, in forte pendenza con tornanti che attraversano il Vallone Tagliente, su una strada asfaltata per i primi 600 metri dopo i quali il percorso diviene sterrato. Raggiunto il Largo dedicato al finanziere Angelo Prisco, assassinato dai bracconieri nel 1995, si è alla meta ravvicinata.
Seguendo la direzione di destra ci si inoltra in un bosco misto e si giunge a uno sbarramento, superato il quale, si continua a sinistra su un sentiero in debole salita. Salendo poi si procede per un tratto tra una pineta impiantata di pino marittimo e d’aleppo a cui si aggiungono successivamente esemplari di ontano napoletano e carpino nero. Il sentiero poi si apre attraversando una vegetazione di macchia a ginestra e diviene interessante per la presenza di muri a secco. Guardando in basso si aprono scorci panoramici sulla Piana Campana e le estreme propaggini dell’Appennino.
Si arriva, quindi, alla meta intermedia: dal piazzale di affaccio si ammira il Vesuvio con il Colle Umberto, i Cognoli di Ottaviano e la Punta del Nasone e ai piedi il Canalone dell’Arena e la Valle dell’Inferno. Salendo verso i Cognoli, superata la cresta, si prosegue lungo le creste sino ai Cognoli di Levante. Il percorso prosegue con una serie di saliscendi che conducono ad un grande slargo e poi al Largo Prisco dal quale si prosegue sul tracciato dell’andata dove è posta la meta d’itinerario.
Partenza da Ottaviano - via Ottaviano Augusto (Valle delle Delizie) (L’itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza)
Il Monte Somma
Lunghezza complessiva: 7650 m
Quota massima: 1132 m slm
Difficoltà: alta
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 1,30 a/r
Meta intermedia: minuti 30 a/r
Meta d’itinerario: ore 5 a/r
Itinerario 3: Il monte Somma |
ll sentiero, nel suo tratto iniziale, presenta una serie di curve panoramiche che conducono al fiume di lava del 1944 che appare con il caratteristico colore grigio-argentato per la presenza dello Stereocaulon vesuvianum.Dopo aver superato un tornante a sinistra ci si addentra in un bosco misto mesofilo. Salendo si giunge un bivio: a destra si prosegue per la Punta Nasone, mentre il tracciato di sinistra conduce ad una vasca di raccolta delle acque piovane dove è posta la meta ravvicinata.
Il sentiero che si intraprende a destra per raggiungere Punta Nasone presenta una discreta pendenza e un alternarsi di tratti chiusi e ombreggiati a tratti aperti che attraversano ginestreti. Si ascendono in successione i Cognoli di Trocchia e di Sant’Anastasia dai quali si possono ammirare da un lato il Golfo di Napoli e la Piana Campana e dall’altro la Riserva Tirone Alto Vesuvio, il Gran Cono, i Cognoli di Ottaviano e Colle Umberto con ai piedi la Valle del Gigante. Su un punto panoramico è posta la meta intermedia.
Riprendendo il percorso si giunge a Punta Nasone da dove si domina tutto il complesso vulcanico. Il cammino prosegue con una forte discesa. Questo tratto è utilizzato dai fedeli per raggiungere, partendo dalla Chiesa della Madonna delle Grazie a Santa Maria a Castello, la cappella votiva e la grande croce in ferro battuto qui situate. Al termine della discesa il sentiero supera quattro valloni. Guardando verso l’alto si notano splendidi esemplari di castagno centenari abbarbicati su speroni rocciosi lavici. Proseguendo si giunge ad un ponte in legno oltrepassato il quale si osserva il sambuco nero. Si prosegue verso l’ingresso dove è posta la meta d’itinerario. In quest’ultimo tratto, a quota 700 m s.l.m., si possono osservare le opere di ingegneria naturalistica realizzate dall’Ente Parco tra il 1998 e il 2002.
Partenza da Ercolano - via San Vito (L’itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza).
La Riserva Tirone
Lunghezza complessiva: 8413 m
Quota massima: 690 m slm
Difficoltà: bassa
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 3 a/r
Meta intermedia: ore 5 a/r
Meta d’itinerario: ore 7
La Riserva Tirone |
La Riserva Forestale Tirone Alto Vesuvio, istituita con D.M. 29 marzo 1972, è posta a salvaguardia della cinta craterica del Vesuvio ed ha un'estensione di circa 1.000 ettari. La sua gestione dal 9 settembre 2002 è affidata in modo congiunto all'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e all'Ente Parco nazionale del Vesuvio. Lo stradello si presenta piuttosto pianeggiante per l'intera durata del percorso e attraversa pinete e leccete. Sui muretti a secco che fiancheggiano il percorso sono presenti tra le altre specie l’ombelico di Venere e la borracina. Dopo il Piano delle Ginestre, il sentiero sale debolmente; dopo aver superato una curva a sinistra individuata da grossi blocchi lavici si raggiungono le Baracche Forestali che rappresentano la meta ravvicinata.
Oltrepassata l’ultima baracca si attraversa uno dei tratti più belli e panoramici dell’intero Parco che propone l’alternanza continua di tratti chiusi e ombreggiati nel bosco a tratti aperti e in macchia, entrambi dominati dalla veduta del Vesuvio. La meta intermedia è rappresentata da un affaccio panoramico sulla lava del 1944 colonizzata dal lichene Stereocaulon vesuvianum.
Percorrendo il cammino inverso, giunti ad un bivio si sale a destra per poter ammirare ancora la colata lavica del 1944. Da qui si riprende il percorso sino al cancello d'ingresso, che rappresenta la meta d'itinerario.
Partenza da Ercolano - via San Vito (L’itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza).
Il Gran Cono
Lunghezza complessiva: 3807 m
Quota massima: 1170 m slm
Difficoltà: media
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 1 a/r
Meta intermedia: ore 2 a/r
Meta d’itinerario: ore 3 a/r
Il sentiero parte dal Piazzale di quota 1000 sito nel comune di Ercolano.
Itinerario 5: Il Gran Cono |
L'ascesa al Cono è caratterizzata nel primo tratto da una serie di tornanti estremamente panoramici: si ammira l’antico vulcano del Monte Somma separato dal Vesuvio dalla Valle del Gigante, che ad ovest prende il nome di Atrio del Cavallo, e si riconosce il Colle Umberto sede dell’Osservatorio Vulcanologico Vesuviano, il primo in Italia fondato nel 1841. Raggiunta la Casetta del Presidio Permanente Vulcano Vesuvio, pagato il pedaggio, si prosegue per un viottolo che presenta ripetuti affacci sulla bocca del cratere.
Si raggiunge la Capannuccia che è la meta ravvicinata. Superata una sbarra si scende lungo le pendici del vulcano. Il sentiero si restringe sino a raggiungere il vecchio Piazzale situato nel comune di Ottaviano che è la meta intermedia. Il panorama che si ammira è di rara bellezza: si riconoscono tutte le creste del Monte Somma con ai piedi la Valle del Gigante che ad sud-est prende il nome di Valle dell’Inferno.
Si prosegue in discesa lungo un tratto dell’antica Strada Matrone, che si lascia al primo bivio proseguendo sul tracciato di sinistra.
Raggiunto il Rifugio Imbò si supera un cancello di accesso al sentiero e si prosegue verso il Piazzale di quota 1000 di Ercolano da cui si è partiti per la scalata, e che rappresenta la meta d'itinerario.
Partenza da Ercolano - via San Vito (L’itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza).
La Strada Matrone
Lunghezza complessiva: 6877 m
Quota massima: 1050 m slm
Difficoltà: alta
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 2 a/r
Meta intermedia: ore 3 a/r
Meta d’itinerario: ore 7 a/r
Itinerario 6: La strada Matrone |
Il sentiero è il più panoramico degli itinerari del Parco nazionale con l'ascesa al Gran Cono del Vesuvio. La Strada Matrone, costruita ad opera dei fratelli Matrone, che "invece di godersi in pace la rendita dell'uva e delle albicocche, vollero misurarsi con il Vesuvio", come scrisse il Maiuri, venne tracciata intorno agli anni '20-'30 da Boscotrecase fino alle falde più alte del vulcano. Si procede in salita attraverso curve e tornanti lungo un tratto asfaltato in pineta. Si raggiunge il bivio con lo stradello della Riserva Forestale Tirone Alto Vesuvio dove è posta la meta ravvicinata.
Il percorso si inerpica ancora su una serie di curve da cui si inizia a distinguere la sagoma del Vesuvio. La pineta lascia spazio alla macchia a ginestra. Lasciato il tratto asfaltato inizia il tratto più suggestivo del sentiero: la vista spazia verso valle sulla Piana Campana e sulla Riserva Tirone e verso l'alto sul Vesuvio, sulle bocche laviche del 1906 e sulle creste del Monte Somma. Uno slargo panoramico sulla Penisola Sorrentina e il Golfo di Napoli è la meta intermedia.
Si raggiunge il Piazzale da cui si possono ammirare le creste del Monte Somma con la Punta Nasone opposta ai Cognoli di Ottaviano e ai loro piedi la distesa della Valle dell'Inferno.
Si riprende il percorso dell'andata in discesa verso l'ingresso dove è posta la meta d'itinerario.
Il Vallone della Profica
Lunghezza complessiva: 1718 m
Quota massima: 430 m slm
Difficoltà: bassa
Tempi di percorrenza ore 1,30 a/r
Itinerario 7: Il Vallone della Profica |
Il sentiero si presenta molto panoramico in quanto è possibile ammirare il versante orientale del Monte Somma con i Cognoli di Ottaviano e di Levante e più dietro il versante orientale del Vesuvio. Esso si presta per l’osservazione diretta dei prodotti della terra vesuviana: sul lato sinistro, nella prima parte del percorso, sono coltivati ortaggi tra cui i tipici pomodorini che saranno poi raggruppati nel «piennolo» ed alberi da frutto tra cui il fico, il pesco, il ciliegio e il pruno, mentre sul lato destro si individuano vigneti, noccioleti e qualche esemplare di castagno. Si è dunque in presenza di un paesaggio tipicamente agricolo. Lungo il bordo della strada si possono ammirare anche la valeriana rossa, il finocchio selvatico e la silene.
Il suolo che si evolve dai prodotti vulcanici e dalle lave solidificate, si presenta quale uno dei più fertili al mondo; per questo motivo le pendici del Somma prima e del Vesuvio poi sono state abitate e coltivate già da tempi antichissimi.
Via via che ci si avvicina al crinale del Somma i segni della civiltà moderna lasciano il passo ai coltivi che creano un’atmosfera d’altri tempi. Non è da sottovalutare, inoltre, la valenza naturalistica di questo sentiero che è riccamente abitato dall’avifauna vesuviana: il gruccione, la sterpazzolina, il luì piccolo, il picchio muratore e molti altri ancora. Superato il terzo bivio che si incontra il paesaggio vegetale cambia in quanto si aggiungono alle essenze agricole gli elementi naturali come le roverelle. Sul quarto bivio è posta la più grande e bella roverella di questo percorso.
La presenza delle roverelle lungo il sentiero indica come quest’area in passato sia stata un bosco soppiantato nel tempo dai coltivi. Superato l’ultimo bivio il tracciato di destra conduce ad un bosco di caducifoglie termofilo tipico del Monte Somma nel cui sottobosco ci sono, tra le varie piante, la robbia selvatica, il pungitopo, il ciclamino e la ginestra dei carbonai. La pineta di pino domestico che segue al bosco costituisce il punto d’arrivo del sentiero. Di qui ci si può addentrare per assaporare la quiete offerta dalla chioma ad ombrello dei pini che isolano dall’ambiente circostante, per inebriarsi dei profumi della resina e degli aghi e per incantarsi al canto degli uccelli. Il cammino riprende in senso inverso sino a tornare all’ingresso.
Tempi di percorrenza ore 1,30 a/r
Partenza da San Giuseppe Vesuviano - via Zabatta (L’itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza).
Il Trenino a Cremagliera
Lunghezza complessiva: 1188 m
Quota massima: 520 m slm
Difficoltà: media
Tempi di percorrenza
Meta ravvicinata: ore 1 a/r
Meta intermedia: ore 1,30 a/r
Meta d’itinerario: ore 2,30 a/r
Itinerario 8: Il Trenino a Cremagliera |
Nel suo primo tratto il sentiero è in debole salita e attraversa terreni coltivati. Salendo l’attenzione è calamitata dall’osservazione della colata lavica del 1872 e dal fiume di lava del 1944 che è qui nel suo tratto terminale ed assume il caratteristico aspetto di prateria grigia per la colonizzazione dello Stereocaulon vesuvianum. Si può ammirare inoltre il Monte Somma con i Cognoli di Giacca e di Trocchia. Superata una sbarra, il percorso si presenta ombreggiato e procede leggermente in salita con una serie di curve. Esso assume poi l’aspetto di una gola profonda dove la pendenza diviene più forte. Tutto il sentiero è intervallato da essenze tipiche del bosco misto e da elementi della macchia a ginestra. Dopo qualche centinaio di metri dalla sbarra è posta la meta ravvicinata. Qui è possibile individuare l’antico percorso del trenino a cremagliera che conduceva dalla Stazione di Pugliano all’Eremo, Stazione Inferiore della funicolare.
Salendo ancora si raggiunge un punto di sosta panoramico dove è posta la meta intermedia del sentiero.
Il cammino in salita diviene assai ripido e raggiunge uno slargo immediatamente sottostante la Strada Provinciale che da Ercolano sale al Vesuvio dove si nota la presenza di un pozzo per la raccolta dell’acqua piovana di età borbonica. La vegetazione è caratterizzata da un bosco misto in cui è presente il sambuco e da un sottobosco con il pungitopo. Si riprende il cammino per il ritorno.
Il tratto si presenta inizialmente largo e accompagnato da curve, diviene poi sempre più stretto, ma suggestivo perchè si procede in una forra occupata da blocchi lavici di notevoli dimensioni. Si imbocca il percorso dell’andata e si prosegue in senso inverso sino all’ingresso dove è posta la meta d’itinerario.
Partenza da San Sebastiano al Vesuvio- via Fellapane (L’itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza)
Il fiume di lava
Lunghezza complessiva: 690 m
Quota massima: 540 m slm
Difficoltà: bassa
Tempi di percorrenza: ore 1,30 a/r
Itinerario 9: Il fiume di lava |
Il percorso si presenta molto agevole, ma è opportuno procedere in fila indiana. Il sentiero alterna tratti in discesa a tratti pianeggianti.
L’ambiente naturale che si attraversa è caratterizzato dalla presenza di un bosco misto con essenze quali il castagno, il nocciolo, il carpino nero e la roverella nel cui sottobosco si trovano alcuni esemplari di biancospino, di edera e di felce aquilina.
Superato un gradone che immette in una strettoia sulle cui pareti sono evidenti le pomici del 79 d.C., si giunge ad uno slargo dove si nota la presenza di un pozzo per la raccolta dell’acqua piovana di età borbonica. Sono presenti nel bosco il sambuco e nel sottobosco il pungitopo.
Ripreso il cammino, dopo un primo tratto in salita, il sentiero si presenta pianeggiante. Qui il sottobosco si presenta ricco di essenze come la rosa selvatica, l’euforbia, il biancospino, l’edera, l’aglio selvatico e il tamaro.
Salito un piccolo gradino ci si incanta davanti all’esplosione dei colori della macchia mediterranea: il giallo delle ginestre, il rosso della valeriana, il lilla della vedovina minore, il bianco della carota selvatica e della centaurea, endemismo del Vesuvio.
Il selciato poi cambia completamente perché si presenta invaso dai depositi piroclastici dell’ultima eruzione del 1944.
Attraversata la macchia si giunge sul fiume di lava del 1944 colonizzato dal lichene Stereocaulon vesuvianum che gli dà la tipica colorazione grigio-argentata e sul quale si ammira un bellissimo esemplare di carpino nero. Di qui si gode di un bellissimo panorama: lo sguardo si perde sul Golfo di Napoli e sulle sue isole e resta rapito dai versanti nudi del Vesuvio che assumono un aspetto quasi lunare e da quelli dei Cognoli di Giacca e di Trocchia del Monte Somma.
Per il ritorno si ripercorre il cammino dell’andata in senso inverso.
Partenza da Ercolano - via San Vito (L'itinerario è pensato come circolare ovvero la meta di itinerario coincide con il punto di partenza)
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