domenica 21 luglio 2013

Amalfi: Percorso Verde - VALLE DELLE FERRIERE

Percorso Verde »
VALLE DELLE FERRIERE
Tempo di percorrenza: 6 ORE
Grado di difficoltà: AGEVOLE
Via delle Repubbliche Marinare » Piazza Flavio Gioia » via Lorenzo d’Amalfi » via Pietro Capuano » via delle cartiere » Cartiera Cavaliere » via delle cartiere » Museo della Carta a Mano di Amalfi » Museo dei Mestieri e dell’Arte Contadina – Cartiera Amatruda » via delle Grade Lunghe » via Madonna del Rosario » Chiesa della Madonna del Rosario » via Paradiso » Valle delle Ferriere » Ruderi delle Cartiere e della Ferriera.
Dall’ingresso dell’Azienda ci portiamo in Piazza Duomo e, un sorso d’acqua fresca alla settecentesca Fontana del Popolo o “di Sant’Andrea”, poi dritti per via Lorenzo d’Amalfi, il cuore pulsante della città…
Man mano che avanziamo, su entrambi i lati del corso una serie di stradine collegano al (Percorso  Rosso). Passiamo: il supportico “Ruga Nova” con il grande palazzo ad angolo ove sono i resti di un Bagno Arabo del XIII sec., via Pietro Capuano, Piazza Spirito Santo con la Fontana “Cap ‘e Ciuccio”, l’arco della “Faenza” antico quartiere arabo e, ancora un centinaio di metri, ormai in via delle Cartiere, incontriamo la Cartiera Cavaliere che continua la preziosa produzione ancora con i metodi introdotti nel XVIII sec… carta a mano di Amalfi
A sinistra, seguendo per via Casamare, c’è il Quartiere S. Basilio, cosiddetto dall’antico monastero del XII sec. ormai adattato a civili abitazioni. Poco oltre, immersa nella lussureggiante macchia mediterranea, la via Nuova per Amalfi, una ripida e lunghissima scalinata che collega al pittoresco borgo di Pogerola…percorreremo questa strada nel (Percorso Azzurro), ora continuiamo la nostra passeggiata…
Passato il nucleo abitativo di più recente costruzione, giungiamo nella parte più antica ed interessante della nostra passeggiata: l’antica Valle dei Mulini o Chiarito basso,come all’epoca si era soliti distinguere la parte dei mulini da quella delle cartiere, il Chiarito alto, nella parte più profonda della valle. Un famosissimo acquerello del pittore tedesco Karl Bleken rende al meglio la magica atmosfera che si respirava in questa parte di Amalfi…ma proseguiamo…
Poco più che un centinaio di metri e giungiamo al
Situato in una cartiera risalente alla metà del XIII sec., il museo venne istituto nel 1969 per iniziativa del Cav. Nicola Milano, discendente di una delle più antiche famiglie di maestri cartari della Costiera Amalfitana.
Al pianterreno è possibile ammirare gli antichi attrezzi di produzione della carta a mano. Ben evidenti i magli in legno che trituravano gli stracci raccolti nelle capienti Pile in Pietra; la macchina Olandese installata nella cartiera il 18 novembre 1745; la pressa; la macchina continua“ in tondo” o “a tamburo” per la lavorazione a “mano – macchina”.
Al piano superiore invece è stata allestita un’interessante biblioteca di settore che raccoglie testi sulla storia e le tecniche dell’industria della carta…
Usciti dal museo proseguiamo dritti e, passata la maestosa Ciminiera in muratura, ed una serie di vetusti edifici, proprio sul termine della strada giungiamo al Museo degli Antichi Mestieri e dell'Arte Contadina.
Inaugurato nel 1993, conserva una cospicua raccolta di attrezzi agricoli ed utensili artigiani usati in Costiera Amalfitana negli ultimi quattro secoli…
Sul limite estremo della strada sorge la Cartiera Amatruda, insieme alla Cav
aliere, delle sedici che costellavano la valle l’altra cartiera rimasta a protrarre la produzione della carta amalfitana...
Torniamo indietro adesso e, nuovamente al Museo della Carta, prendiamo via delle Grade Lunghe a sinistra e, subito dopo, sempre a sinistra, la ripida via Madonna del Rosario, che ci porta alla Chiesa della Madonna del Rosario, edificata sul finire del XIX sec. dopo che una terribile alluvione aveva inghiottito l’edificio più antico situato più in alto…
Dallo spiazzo antistante il tempio si gode il suggestivo colpo d’occhio dei terrazzamenti a limoni che digradano verso fondovalle. Uno spettacolo di incomparabile unicità frutto dell’ingegno e di secoli di tenace lavoro dei contadini-architetti che modellarono l’impervio territorio alle proprie esigenze di coltivatori...ma proseguiamo adesso, dritti verso settentrione, seguendo via Paradiso… 
Avanziamo dritti per almeno un quarto d’ora e, passati i ruderi dell’imponente Cartiera Lucibello, a cavaliere della valle in basso a sinistra, superiamo ancora un breve scalinata, e giungiamo al serbatoio comunale. Da questo punto la strada è dimessa, un sentiero di montagna piuttosto, che seguiamo fino ai Ruderi della Cartiera Nolli avvolta nella morsa della natura selvaggia che ormai ha riconquistato il territorio…
Man mano che avanziamo diventa sempre più chiaro che tra il XXVIII ed il XIX sec.la valle costituiva un vero e proprio polo industriale tra Amalfi-Scala-Pogerola.
Circa 300 metri più avanti troviamo infatti i Ruderi della Cartiera Martino, della Milano, fiancheggiata da frondosi pioppi, ed ancora una vecchia centrale idroelettrica proprio a cavallo del fiume…
Sempre dritti lungo il sentiero che costeggia il fiume giungiamo all’antica Ferriera da cui il nome all’intero circondario. In questa fabbrica sin dal XIV sec. si lavorava il minerale che i bastimenti amalfitani giungevano a caricare fino all’Elba, in Puglia o in Calabria. La fabbrica dava lavoro all’intero circondario con una sorta di specializzazione che vedeva gli Scalesi addetti alla produzione di carbone vegetale, il prezioso combustibile per le fucine e, sul versante opposto della Valle, i Pogerolesi a fornir manodopera nella fucina, o occupati nelle loro minuscole botteghe a fabbricar “Centrelle” i caratteristici chiodi pogerolesi…
L’attività andò avanti fino all’inizio del secolo scorso, allorquando, ormai fuori mercato, la Ferriera venne dismessa, segnando l’inizio del lento ed inesorabile abbandono della Valle…
Abbandono non del tutto deleterio se si pensa che, ormai conclusi i commerci umani, la natura venne a riprendersi il dominio incontrastato della valle. Natura selvaggia e ad un tempo esclusivissima, scenario incontaminato tanto caro ai Grandi Viaggiatori romantici: Shinkel, Hare, Richter, Goethe per citarne solo alcuni che di questa zona famosissimi dipinti e resoconti hanno lasciato in giro per il mondo…
La Valle delle Ferriere venne accuratamente studiata in loco dal naturalista tedesco Karl Haekel nel 1859, in quanto, data la particolare conformazione del territorio, e complici i piccoli torrenti e le umide brezze marine, qui si è venuto a creare un microclima di tipo subtropicale, habitat esclusivo per ciclamini, orchidee selvatiche, Pteris vittata, Pinguicola hirtiflora, una piccola pianta carnivora, Erica terminalis, ed una rara specie di felci giganti risalenti al periodo Terziario, la Woodwaria Radicans o Felce Bulbifera Gigante…
La fauna invece è quella tipica mediterranea, per lo più animali di piccole dimensioni, anche se nelle zone interne, più riparate, resistono specie rarissime quali: la lince, il tasso, grossi rapaci sia notturni che diurni, tra i quali si segnala il magnifico falco pellegrino e, lungo i corsi d’acqua, la salamandrina dagli occhiali e la fantomatica lontra...
Questa valle è stata dichiarata riserva naturale integrale con lo scopo di difendere questo eco-sistema particolarmente oramai più unico che raro…
Immersi nella natura rigogliosa, qui termina la nostra passeggiata…





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