lunedì 1 aprile 2013

Napoli Sotterranea – L’altra faccia di Napoli

Ogni epoca, dalla fondazione della Neapolis alle bombe della seconda guerra mondiale, ha lasciato traccia sulle mura di tufo giallo, pietra con cui la città è costruita.
A quaranta metri di profondità sotto le vocianti e caratteristiche vie del centro storico di Napoli, si trova un mondo a parte, per molto ancora inesplorato, isolato nella sua quiete millenaria eppure strettamente collegato con la città.
E’ il grembo di Napoli, da cui essa stessa è nata. Visitarlo significa compiere un viaggio nel tempo lungo duemila e quattrocento anni.
Di Napoli tutti apprezzano le eccezionali bellezze, la cultura e l’arte, ma pochi conoscono la storia del sottosuolo. Solo da qualche anno l’interesse dei napoletani si e’ indirizzato anche verso esso, pur se ancor oggi non se ne possiede una sufficiente conoscenza. L’opera dell’ Associazione Napoli Sotterranea è tutta tesa al recupero del sottosuolo e della sua valorizzazione. Il sottosuolo di Napoli è nato con la città e con essa è cresciuto ed oggi ci troviamo di fronte ad una vera e propria storia di Napoli sotterranea. I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5000 anni fa, quasi alla fine dell’era preistorica. Successivamente i greci prelevarono grosse quantità di tufo per la costruzione di mura e templi e scavarono numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari. E’ il caso della cava greca che lo speleologo Enzo Albertini, presidente della suddetta associazione, dopo anni di ricerche sotterranee, riportò alla luce,a circa 40 mt di profondità al di sotto del cimitero di Santa Maria del Pianto. Da tale cava i greci prelevarono tutto il materiale tufaceo per la costruione della Neapolis del IV sec a.c., lasciando sulle pareti monogrammi e graffiti identici a quelli ritrovati sulla cints muraria a piazza Bellini ed a via Foria. Continuarono i Romani che costruirono in epoca augustea un grandioso acquedotto e gallerie viarie: grotta di Cocceio e grotta di Seiano. Agli inizi del 1600 la città era talmente estesa che il vecchio acquedotto e le innumerevoli cisterne pluviali non riuscivano più a spegnere la sete. Fù così che nel 1629 un facoltoso nobile napoletano, il Carmignano, costruì un nuovo acquedotto. Agli inizi del 1900 si cessò di scavare nel sottosuolo per l’approvigionamento idrico, abbandonando così una rete di cunicoli e cisterne di oltre 2 milioni di mq. che attraversava in lungo e in largo la città. Lo scoppio della seconda guerra mondiale ed i conseguenti bombardamenti ridiede importanza al sottosuolo, le cui gallerie vennero utilizzate come ricoveri antiaerei. Attualmente, parte di queste cavità non sono più raggiungibili perchè ostruite da detriti scaricati abusivamente da pozzi che collegavano strade e palazzi al sottosuolo, soffocandone così l’enorme interesse storico-culturale per la nostra città.




 
 

Il Teatro Greco-Romano

Di recente scoperta il teatro greco romano, anch’esso nel sottosuolo: è il secondo appuntamento della Napoli Sotterranea, attraverso il pittoresco ingresso in un basso in Vico Cinquesanti.
Il teatro nascosto, all’improvviso spunta da un “basso”. Papino Stazio in una lettera alla moglie esalta i templi e una grande piazza porticata, forse l’area del Foro e fa esplicito riferimento a due grandi teatri nella città, quello all’aperto e quello al coperto, ubicati nell aparte superiore del Foro, alle spalle dell’area sacra del tempio dei Dioscuri. A testimoniare tale presenza basta percorrere via Anticaglia dove si possono vedere due massicce arcate che in epoca romana erano strutture di rinforzo dell’esterno del teatro.Scendendo nel sottosuolo si potranno ammirare altre meraviglie e, armati da un po’ di immaginazione, si potrà capire la grandezza di questo teatro, tra i più importanti e ampi del tempo,grazie all’impegno professionale di Enzo Albertini che ha riscoperto e valorizzato quanto oggi e’ possibile ammirare. Persino Nerone volle esibirsi qui, presentando le opere da lui composte nella città, l’unica rimasta di lingua e di cultura greca. Gli scrittori antichi raccontano che assoldò spettatori compiacenti tra la plebe per farsi applaudire, e nemmeno un terremoto fece interrompere il suo canto.
Dalla bottega di un falegname ecco rispuntare una parte del teatro di NERONE. Nel cuore di Napoli, in Vico Cinquesanti, appena a ridosso dell’ agorà, del foro(oggi Piazza San Gaetano) , dove fino a qualche tempo fa c’era la bottega di un falegname adesso e’ possibile visitare un sito di grande fascino, un altro frammento del teatro romano. Nello spazio ristretto di 150 mt quadrati, ma dalla considerevole altezza di 12, c’è quel che resta della “summa cavea”,ovvero l’anello superiore della gradinata di quel teatro dove nel 64 d.c. si esibiva Nerone. All’interno è stata allestita anche un’esposizione presepiale con 30 scarabattoli del 1700. Infatti nel ’700 il presepio Napoletano visse la sua stagione d’oro. Usci’ dalle chiese dove era stato oggetto di devozione religiosa, per entrare nelle case dell’aristocrazia e divenire oggetto di un culto ben piu’ frivolo e mondano. Il re Carlo III aveva una vera passione, così tanto da partecipare personalmente e coinvolgere famiglie e corte nella realizzazione e vestizione di pastori e nel montaggio dell’enorme presepe del Palazzo Reale. Il Presepe assume una sua configurazione ben precisa: le figure sone realizzatecon manichini in filo metallico ricoperto di stoppa, le teste e gli arti sono il legno dipinto, che poi sarà gradualmente sostituito dalla terracotta policroma. Erano figurati in ogni modo gli episodi narrativi evangelici, la nascita nella grotta-stalla (con l’influsso pre-romantico essa diventerà una capanna appoggiata ai ruderi di un antico tempio, allegoria non tanto velata al crollo del paganesimo) con la Madonna seduta su di un sasso e San Giuseppe in piedi. Le scene presepiali si snodano tra ruderi di muratura Romana all’ombra del Opus Compositum, quello originale però, tentando e riuscendo in una sinergia assoluta, ad unire passato e presente che si incontrano e fluiscono l’uno nell’altro in perfetta sintonia con la storia del centro storico della città, dove allo strato greco si è sovrapposto il romano, pi quello medievale fino ad arrivare all’ultimo che risale al 1600. Infatti i lnesso tra la scenografia del Presepe allestito tra resti romani e la Summa Cavea è proprio la muratura, il famoso opus Compositum. Lo spettatore si ritroverà ad ammirare in miniatura resti romani all’ombra di quelli originali del teatro.
 
Le escursioni nel sottosuolo
La Napoli sotterranea:
Tour della durata di circa 2 ore, accompagnati dalle nostre guide multilingua che vi faranno conoscere la storia di Napoli da un punto di vista particolare: quello delle cisterne nel sottosuolo.
Prima di scendere nelle cavità a 40 metri di profondità, si assiste a una proiezione informativa che racconta la Napoli Sotterranea con l’ausilio delle immagini.
Il Teatro Greco-Romano:
Anche il teatro greco-romano è nel sottosuolo.
E’ il secondo appuntamento della Napoli Sotterranea, attraverso il pittoresco ingresso, in un basso in Vico Cinquesanti.

Le escursioni si effettuano:

  • dal Lunedì alla Domenica alle 10:00, 11:00, 12:00, 13:00, 14:00, 15:00, 16:00,17:00 e 18:00.
  • Giovedì sera alle ore 21:00.
previa prenotazione
Per gruppi, scuole pubbliche e private si accettano prenotazioni anche in orari diversi.
L’intera escursione dura circa 2 ore.
 

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