sabato 30 luglio 2016

Piave: guida ai tesori nascosti

Lungomare di Jesolo
Il Piave è caratterizzato da un rete di ampi canali che portano in laguna, il mare di Caorle. Da quelle parti c'era più acqua che terra. Per questo, oltre alle lunghissime spiagge, sono i canali e gli argini a segnare il paesaggio: Jesolo stessa, prima di prendere il suo attuale nome da un antico toponimo romano, si chiamava Cavazuccherina. Dove "cava" sta per canale e "zuccherina" richiama Alvise Zucharin, che nel 1499 costruì un corso per convogliare le acque del Piave. Nel 1800 il letto del Piave venne poi spostato più a est e in quel canale di Jesolo furono invece dirottate le acque del Sile, che metteva e rischio con le sue piene la preziosa laguna veneziana.
Laguna del Mort
Altro canale strategico è il Canale Ravedoli, che corre parallelo al litorale unendo Livenza e Piave. Tra canale e mare, dal lato del Piave, si distende la laguna del Mort, suggestiva e particolarmente importante dal punto di vista faunistico, per gli uccelli migratori. Al di là della laguna, una spiaggia inserita nell'elenco delle 30 più belle d'Italia.
Se si scavalca Livenza si arriva, invece, a Caorle, centro di antica storia, una volta su isole, dominato dal Duomo e dal suo straordinario campanile cilindrico di 48 metri. 
San Donà di Piave
La terra è segnata da un passato bizantino, come testimoniano i due bassorilievi con scritte in greco sulla facciata. Raccontano dei santi Guglielmo di Tolosa e Agatonico e risalgono al 1100. Se da Jesolo ci si sposta verso nord si trova San Donà di Piave
Il ponte della Vittoria che scavalca il Piave porta al Parco delle sculture in architettura, voluto da un imprenditore locale, Adalberto Mestre: accoglie le opere all'aperto di architetti, grafici e designer. 
Salendo ancora verso nord lungo il Livenza, il borgo di Portobuffolé, ai confini con il Friuli, è un centro di importanza logistica sotto Venezia, nodo di commerci con la Germania. Nel centro del paese, piccolo gioiello della Marca trevigiana, c'è la duecentesca casa di Gaia da Camino, ricordata da Dante nel Purgatorio.
Lungomare di Grado
Era figlia di quel Gherardo da Camino, signore di Treviso, presso il quale il poeta in esilio soggiornò due anni. Puntando verso est è di grande interesse l'itinerario che da Portogruaro porta ad Acquileia e Grado.  
Aquileia era nata come baluardo romano contro i rischi di invasione dei barbari. Nei secoli contese a Venezia il primato, soccombendo solo nel 1420. Della stagione gloriosa restano le rovine del foro romano e soprattutto la basilica che conserva le forme dell'XI secolo: è patrimonio Unesco. 
A Grado, che fu il porto di Acquileia, ritroviamo il paesaggio della laguna. Sorge su una delle 30 isole che compongono il territorio comunale. Da vedere le due basiliche paleocristiane di Sant'Eufemia e di Santa Maria delle Grazie. Dalle spiagge di Jesolo si può puntare anche verso ovest. Per scoprire il Lido di Venezia, che si raggiunge con ferry boat da punta Sabbioni. Oltre al celebre Excelsior, hotel che ha fatto la storia del cinema, si può puntare, sul lato opposto, a Malamocco, uno degli insediamenti più antichi della Laguna di Venezia. Bisogna, invece, fare una sessantina di chilometri, ma li valgono tutti, per raggiungere una delle più straordinarie ville palladiane, Villa Elmo a Fanzolo, poco oltre Treviso
L'edificio padronale è incorniciato da due lunghe barchesse adibite a lavori agricoli. Al termine due grandi colombaie. 




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