sabato 30 luglio 2016

Australia Occidentale: con gli aborigeni a caccia degli spiriti

Cape Leveque
L'Australia Occidentale è l'Australia che non ti aspetti. Lontana dai soliti tour delle grandi città, si presenta agli occhi dei visitatori selvaggia, sacra e rispettosa di quella cultura aborigena con cui ha convissuto fin dai primordi del mondo Dopo circa 22 ore di vole di volo si atterra e Perth e poi con un volo interno di raggiunge, dopo circa 45 minuti Cape Leveque. 
Avamposto della regione del Kimberley, è uno dei luoghi più lontani e spettacolari che questa parte di Australia possa mostrare. 
L'atterraggio sulla pista in terra rossa, tra il mare e gli eucalipti, è il primo di una serie di esperienze che renderanno il viaggio unico nel suo genere. Proprio da qui inizia la scoperta dell'Australia Occidentale che l'associazione Waitoc sta cercando di far conoscere al monto intero con la collaborazione di volontari e del lavoro di tour operator aborigeni. Un turismo culturale in cui si è al tempo stesso osservatori ma anche protagonisti.
Campo tendato di Kooljaman
Gli aborigeni del posto insegnano ai turisti come costruire una lancia per pescare, raddrizzando il più possibile un lungo ramo con il fuoco e con i piedi. Oppure come trovare, scavando nella sabbia, i bushonion, i semi indispensabili per la sussistenza.
Dal campo tendato di Kooljaman si può osservare come il rosso del tramonto sul mare e quello della terra diventano una cosa sola. Tutto si colora, comprese le tende che ospitano gli appassionati di pesca e gli amanti della natura. Diverse soluzioni soddisfano anche i più esigenti con tende extra lusso con vista sulla baia, bagno privato e letto matrimoniale.
Horizontal Waterfalls 
Non manca il ristorante, il Raugi's, dove vengono serviti piatti ricercati e raffinati preparati con le materie prime del luogo da una brigata di giovanissimi chef.
Dopo aver raggiunto Derby, magari in elicottero, è possibile passare dalla sabbiosa costa di Broome alle miriadi di isole dell'arcipelago Buccaneer, a nord di Derby, fino ad arrivare alle meravigliose Horizontal Waterfalls che con i loro possenti mulinelli d'acqua creano rapide tra le più forti al mondo.
Durante la stagione asciutta, la terra si trasforma e la scarsa acqua presente si scava vie alternative e disegna nella sabbia arzigogolati passaggi verdi: sembra il sistema venoso umano o più romanticamente, un albero in autunno con i suoi rami.
Billabong
Una delle aeree più remote ed affascinanti del Kimberley è sicuramente Freshwater Cove. Si atterra con l'elicottero lì dove il mare lambiva le coste, le maree si alternano regolando la vita del campeggio costruito per accogliere turisti intossicati dalla frenesia del vivere quotidiano. Dimenticate il cellulare, non c'è campo. Freshwater Cove è l'essenza dell'isolamento, è il contatto ancora forte tra passato e futuro degli aborigeni Worrorra che hanno vissuto lì 40 mila anni fa, è la sfida continua per tenere viva la tradizione, è la magia della terra ancora abitata dagli spiriti del Wandjina. Gli aborigeni, ancora oggi, nutrono un profondo rispetto per questi spiriti capaci di scatenare uragani e tremendi cataclisma qualora non venissero venerati. E sono gli stessi spiriti da cui vengono purificati, con il rito del fumo, gli ospiti dopo la visita alle grotte dove sono ancora presenti le pitture rupestri.
Dopo una giornata tra boabab e termitai un bagno è indispensabile, ma in mare gli squali sono i padroni. Esiste tuttavia una grande pozza d'acqua dolce scavata nella roccia, chiamata billabong, dove è possibile nuotare e dove gli uccelli si dissetano dando origine a uno spettacolo di veloci picchiate in cui sfiorano lo specchio d'acqua. 
Uno spettacolo straordinario per ora poco accessibile: la maggior parte dei viaggiatori non potrà mai vedere queste bellezze naturali per le distanze che separano questi luoghi remoti dai principali centri del paese. Per questo motivo il Kimberley è e rimarrà per parecchio tempo la parte più selvaggia e inesplorata del continente australiano.


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