lunedì 6 giugno 2016

Roma: caccia ai tesori

Estasi di Santa Teresa
Via XX e rione Monti
Bisogna dirigersi in via XX settembre per scoprire una delle statue più celebri del Bernini, l'Estasi di Santa Teresa, custodita nella Cappella Cornaro interna alla chiesa di Santa Maria della Vittoria. L'artista ritrasse la santa inginocchiata, mentre l'angelo le trafigge il cuore con un dardo: un'estasi mistica che diventa trasporto fisico, reso con esplicita sensualità.
Sempre nel rione Monti, ma un po' lontano dal centro, un'altra tappa è la basilica di San Pietro in Vincoli, per ammirare lo straordinario Mosé di Michelangelo: la statua è collocata al centro del complesso progettato dall'artista come mausoleo di papa Giulio II, che dopo alterne vicende vide la luce fortemente ridimensionato, e non ospita neppure la sua tomba.
La scultura è maestosa e scolpita in modo sublime combinando virtuosismo anatomico e vigore espressivo: Mosé ha un volto concentrato e contratto e uno sguardo "terribile", che richiama il carattere di Michelangelo, irascibile e orgoglioso.

Piazza del Popolo
Santa Maria del Popolo
Cappella Chigi
Una delle chiese romane a più alta densità di capolavori è Santa Maria del Popolo, nella piazza cui da il nome, a lato della porta. Come la maggior parte degli edifici religiosi della capitale, ha subito profonde trasformazione nel corso dei secoli: nata da una piccola cappella medievale, pagata  e con una sottoscrizione popolare (da cui l'appellativo "del popolo"), fu ricostruita e ampliata in stile prima rinascimentale e poi barocco, con l'intervento di artisti come Bramante, Raffaello e Berinini. Nel transetto, la Cappella Cerasi custodisce due capolavori assoluti del Caravaggio, la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro: colpite da una luce fendente, nelle grandi tele le figure emergono potenti dal buio dello sfondo, con drammatica attualità. Come la tradizione impone, nel quadro Pietro è appeso a testa in giù ma tutto il resto è rivoluzionario: mentre due uomini tentano di issarla, la croce dove è inchiodato Pietro, che ha l'aspetto di un popolano dell'Urbe, è retta sulle spalle a fatica, da un uomo ritratto in primo piano, con le terga rivolte allo spettatore; allo sforzo fisico dei crocifissori fa da contrappunto la sofferenza del martire, in un dramma senza tempo, eternamente presente, che si consuma davanti agli occhi di chi guarda.
Del tutto originale è anche la resa della conversione: al centro della scena troneggia la figura del cavallo mentre in primo piano, come se uscisse dalla tela in basso, è ritratto Paolo a terra, disarcionato e "accecato" dalla luce divina. Sull'altare della cappella, invece, si trova l'Assunzione della Vergine, una bella pala di Annibale Carracci, il massimo esponente del classicismo romano di inizio Seicento. Sulla navata sinistra della chiesa affaccia invece la Cappella Chigi: progettata da Raffaello nel Cinquecento, restaurata dal Bernini un secolo dopo e sormontata da una cupola affrescata, è un trionfo di pitture e sculture. Lungo le pareti, nelle nicchie alternate alle tombe della famiglia Chigi spiccano due statue del Bernini a tema biblico, che ritraggono Daniele e il leone e Abacuc e l'Angelo.
La cappella ha avuto una revival di popolarità grazie ad Angeli e Demoni, il thriller di Dan  Brown ambientato nella Roma barocca: l'omicidio che apre la vicenda avviene proprio qui e l'angelo del Bernini indica il primo "indizio" per la soluzione del mistero degli Illuminati, al centro della vicenda.
Cappella Contarelli 

Piazza Navona e via del Corso
Le chiese nei dintorni di Piazza Navona sono ricchissime di tesori. Su tutti, le splendide tele di Caravaggio, che nei suoi anni romani visse proprio da queste parti. Per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, alle spalle di Piazza Navona, il Merisi dipinse 3 tele dedicate alla figura dell'evangelista Matteo: il Martirio di San Matteo, San Matteo e l'Angelo e la Vocazione di San Matteo.
La scena della vocazione è ambientata in una taverna immersa in una fitta penombra, con squarci di luce che fanno emergere i volti e i gesti dei protagonisti ritratti in vesti contemporanee: il momento fissato nell'eterno della tela è quello in cui Cristo indica Matteo, seduto con gli altri commensali, chiamandolo cosi all'apostolato.
Madonna dei Palafrenieri
Di grande realismo è anche la scena del martirio, con Matteo trafitto che cade ai piedi del suo uccisore. Nella vicina chiesa di Sant'Agostino, la Madonna dei Pellegrini sull'altare della prima cappella a sinistra, è un esempio emblematico dell'approccio rivoluzionario del pittore nell'affrontare i temi sacri.
La scena ritrae Maria con Gesù bambino sull'uscio di una semplice casa, mentre sta accogliendo due poveri viandanti, dalle vesti sdrucite: inginocchiato al suo cospetto, l'uomo ha i piedi nudi, gonfi e fangosi, in primo piano e anche la Madonna è scalza. A fare da modella per la Vergine, poi, fu una nota prostituta dell'epoca, Lena, amante del Caravaggio, che posò anche per la Madonna dei Palafrenieri, oggi, conservata alla Galleria Borghese. Il fatto fece scandalo, ma il quadro fu regolarmente pagato ed esposto sull'altare. Del resto, a quei tempi la chiesa era nota proprio per essere l'unica della città ad aprire le sue porte alle cortigiane d'alto bordo che ci andavano per pregare, per confessarsi e assistere alle prediche; e al suo interno furono anche sepolte alcune cortigiane famose come Fiammetta Michaelis, amante di Cesare Borgia. Prima di uscire, alzate lo sguardo sul terzo pilastro sinistro della navata centrale per ammirare il Profeta Elia, affrescato da Raffaello con uno stile di forte impronta michelangiolesca e salite fino all'altare maggiore, per vedere la Madonna del Parto di Jacopo Sansovino, secondo la tradizione popolare miracolosa. Un altro prezioso affresco di Raffaello che ritrae le figure bibliche delle Quattro sibille e angeli, si trova nella vicina basilica di Santa Maria della Pace, che ha anche uno splendido chiostro rinascimentale progettato da Bramante.Ricca di capolavori di epoca rinascimentale è anche la gotica basilica di Santa Maria sopra Minerva: spiccano la Cappella Carafa, nel braccio destro del transetto, con gli affreschi del maestro fiorentino Filippino Lippi, figlio di Fra Filippo Lippi e allievo del Botticelli, e un marmo di Michelangelo, il Cristo Redentore, o Cristo della Minerva.
Abside Santa Maria in Trastevere
Gesù vi è raffigurato in piedi, appoggiato a una croce, in una posa di studiata torsione: dall'anatomia perfetta, il corpo era originariamente nudo, ma dopo il Concilio di Trento fu aggiunto alla scultura un pudico drappeggio in bronzo.
Nella piazza antistante la chiesa si trova un obelisco retto dalla celebre statua dell'elefantino, soprannominato dai romani il Pulcino della Minerva.

Trastevere
Una gita al di là del Tevere, nello storico rione di Trastevere, fa scoprire alcuni tesori di arte medievale. Fra i mosaici di varia epoca della basilica di Santa Maria in Trastevere brillano le opere di Pietro Cavallini, massimo esponente della pittura gotica a Roma. Le sue Storie della Vergine, dedicate alla vita di Maria, si trovano alla base della grande abside dorata: nelle varie scene, dall'annunciazione alla nascita di Gesù, fino alla morte di Maria, il pittore supera la fissità tipica dei mosaici bizantini, introducendo elementi naturalistici e una maggiore attenzione alla tridimensionalità dei volumi. Lo stile di Cavallini, infatti, fu profondamente influenzato dalle grandi novità introdotte da Cimabue e dal giovane Giotto, come svela ancor più chiaramente il Giudizio Universale nella vicina basilica di Santa Cecilia. E' un tesoro nascosto: i resti del grande affresco, infatti, riscoperti solo nel 1900, si trovano sulle pareti del Coro delle Monache del monastero benedettino adiacente la basilica. La parzialità è compensata dalla prospettiva della visione: il Cristo risorto, gli angeli e i santi si ammirano da pochi centimetri di distanza.L'affresco è solo una delle tante meraviglie dell'edificio: sotto l'altare maggiore si scopre la Santa Cecilia scolpita nel marmo candido da Stefano Moderno riproducendo le sembianze del corpo della martire romana, così come fu ritrovata a fine Cinquecento all'interno della sua tomba. Nella grande cripta sottostante, invece, sono stati scoperti i resti di un battistero del V secolo e di una domus romana di età imperiale.


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