martedì 3 maggio 2016

La Costiera Amalfitana

Meta del Gran Tour del '700 e Patrimonio Unesco dal 1997, la Costiera è ancora uno dei luoghi più celebrati e famosi. Qui l'uomo ha dato ai suoi sogni la forma di case rosa, gialle, bianche. A cubo o a cupola, spuntano da altezze vertiginose, riempiono grotte, fasciano i fianchi dei dirupi.
Qui le terrazze di limoni rincorrono quelle coltivate a vite, in un paesaggio di sovrumana bellezza. Fra Vietri e Positano, la statale 163 scrive ghirigori d'asfalto nelle falesie. Terminata dai Borboni nel 1850, è una delle litoranee più scenografiche del mondo. A ogni svolta appaiano precipizi che finiscono nel blu mentre si materializzano le bizzarre geometrie dei borghi: Positano, Marina di Furore, Conca dei Marini, Amalfi, Atrani, Erchie, Cetara, Vietri. Più su, lungo strade secondarie che salgono verso le cime dei Monti Lattari, stanno appollaiate Scala, Ravello, Tramonti. 

Positano
Hotel Palazzo Murat
E' facile restare sopraffatti dal tripudio di colori della "piramide", una cascata di case che cola dal colle orientale sopra la Spiaggia Grande: basta prendere una delle "scalinatelle" che innervano l'abitato e raggiungere scorci inediti. Luogo di villeggiatura sin dai tempi dell'Impero romano, dal Novecento è il buen retiro di intellettuali e artisti. 
Scendendo lungo Via dei Mulini, sulla sinistra si incontra il settecentesco Palazzo Murat, oggi albergo dove si può sorseggiare un drink in cortile.
La vicina Chiesa di Santa Maria Assunta, con la cupola in ceramica, è in stile classico, con colonne, capitelli ionici dorati e cherubini. Qui si fa shopping di "moda Positano" e si prende la tintarella sulla Spiaggia Grande o al Fornillo. Per bagni più tranquilli si va in barca a Remmese o al Cavone.

Praiano
Praiano, la "sorella" meno mondana di Positano, ha un nucleo urbano di case candide sparpagliate sul crinale del  Monte Sant'Angelo, un centinaio di metri sul mare. Suggestivo il percorso che parte dalla rinascimentale Chiesa di San Gennaro, con la cupola a maioliche policrome, e scende fino a Cala Gavitella, ideale per ammirare il tramonto. 
Recentemente sono stati creati i percorsi NaturArte, segnalati da opere di terracotta. Marina di Praia, 2 chilometri più a est, è una spiaggetta chiusa fra due scogliere e lambita da un'acqua color giada.

Fiordo di Furore
Fiordo di Furore
Dopo Praiano la strada scavalca, con un ponte, una profonda ferita nei Monti Lattari: il Fiordo di Furore. Nel Medioevo questo pugno di casette era un centro i scambi marittimi, beneficiato dal torrente che alimentava i mulini e la cartiera. Dopo pochi chilometri, un piazzale affollato da bus turistici preannuncia la Grotta dello Smeraldo di Conca dei Marini, con il presepe sommerso.
Prima di arrivare ad Amalfi, dalla statale 163 una deviazione conduce alla cittadina di Furore, 300 m. più in alto. 
Tra i vigneti terrazzati, agavi, carrubi e fichi d'India, Furore è un "abitato sparso", caratterizzato dai murales e dai ritmi antichi della contadina che raccoglie i capperi e del pastore che sorveglia le capre.

Amalfi
Amalfi
Per due secoli fu la più potente delle Repubbliche Marinare. Restano pochi monumenti di quell'epoca, perché parte della città fu inghiottita dai flutti durante un terremoto nel 1343. Il clima mite, la natura lussureggiante e l'architettura le regalarono nuova fama sulla mappa del Gran Tour. Le case addossate tra loro sono forate da sottoportici che confluiscono in scalette e viuzze ricche di edicole votive. A est, vicino all'antico Convento di San Francesco (oggi albergo) c'è la Torre Saracena. L'ombelico della città è la Piazza del Duomo, con la scala che conduce al complesso monumentale religioso in stile arabo-bizantino dalla facciata decorata in oro. L'interno è un tripudio di argenti barocchi. Bellissimo il chiostro arabeggiante. La lavorazione a mano della carta è tuttora una peculiare attività locale e si può visitare un museo a tema in una cartiera del '200. Oltrepassato il promontorio, Atrani, è un presepe di viuzze, archi, edifici imbiancati. La statale 163 è una barriera tra il paese e la spiaggia: si scende al mare solo da alcuni varchi, tra cui quello della pittoresca Piazza Umberto I, ex ricovero per le barche dove ci si può rilassare e bere un caffé.

Ravello
Ravello
Una collana di tornanti si stacca dalla litoranea per arrampicarsi nella Valle del Dragone fino a Ravello, la "città della musica". E' famosa per i suoi giardini e le vedute stereoscopiche. Una torre trecentesca marca l'ingresso di Villa Rufolo, costruita nel Medioevo per i facoltosi Rufolo, rimaneggiata nell'800 e celebre per i coloratissimi giardini esotici. Nel Parco di Villa Cimbrone ci si sente come sulla prua di una nave protesa sul Golfo di Salerno. Addizione recente è l'Auditorium Oscar Niemeyer, una sinfonia di vetro e cemento. Riflette il paesaggio in tutte le vetrate e ha un "occhio" su Maiori e Minori ritagliato nella parete. Ospita concerti e spettacoli di danza del Festival di Ravello ed è l'agorà artistica della città. C'è poi il Museo del Corallo: fondato dal maestro corallaro Giorgio Filocamo, custodisce magnifici pezzi della collezione di famiglia, tra cui un Crocifisso del XVII secolo, e raffinati pastori napoletano del Settecento in cristallo, corallo e cera.

Dalla defilata Minori alle ceramiche di Vietri
Superati la mondanità di Positano e gli incanti di Amalfi e Ravello, la statale zigzaga tra cielo e mare, verso borghi meno famosi. Minori offre una bella baia di rena grigia e una delle migliori pasticcerie d'Italia: Sal De Riso. Da vedere la Villa Romana e l'Antiquarium (I sec.), con stucchi e mosaici che rispecchiano lo stile delle case patrizie prima dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Adagiata in un'ampia vallata e dominata dalla rocca di S. Nicola de Thoro-Plano, Maiori si affaccia su una spiaggia enorme e fu il porto principale della Repubblica di Amalfi. Grazie ai bei palazzi nobiliari e ai conventi, Filippo IV la dichiarò Città Regia. E' però, meno suggestiva degli altri borghi, dato che l'alluvione del 1954 ne distrusse il centro storico. Lasciata Maiori, la Statale prende quota e attraverso una zona splendida e poco abitata. Erchie appare dall'alto come un grappolo di case pastello e una torre affacciata su un'insenatura di sabbia e ciottoli, una delle più belle della Costiera. Oltre Erchie si profila Cetara, altro pittoresco villaggio marino. Sull'arenile riposano i gozzi, sorvegliata dalla torre. Tuttora i suoi pescherecci catturano tonni in alto mare di notte; con le lampare, si pescano le alici con cui si produce la "colatura", salsa onnipresente nell'ottima cucina locale. Alla fine della Costiera, poco prima di Salerno, ecco Vietri, capitale della ceramica campana la cui produzione risale ai Romani. Oltre a curiosare nelle botteghe di vasellame, si visitano la Chiesa di San Giovanni Battista e il Museo della Ceramica, a Raito.







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