sabato 14 maggio 2016

Il più grande spettacolo di Roma

Palazzo Pamphilj
Roma barocca è un grande spettacolo per gli occhi. Uno splendore di pietra e d'acqua: piazze che paiono sontuose scene teatrali, cupole che bucano l'azzurro del cielo e fontane che zampillano felici. Agli inizi del Seicento, una vasta area del centro storico cittadino fu investita da un grandioso sviluppo urbanistico, che proseguì per tutto il secolo: i papi, le grandi famiglie romane e i principali ordini religiosi presenti nella capitale fecero costruire decine e decine di chiese, palazzi e fontane, concepite e realizzate in uno stile nuovo, il Barocco, espressione della rinnovata politica culturale del Papato, dopo il Concilio di Trento e la Controriforma.
Piazza Navona
Per testimoniare il trionfo della Chiesa cattolica e lo splendore multiforme del creato, s'inventò uno stile grandioso e immaginifico, che combinava le forme architettoniche e i materiali più diversi con l'obiettivo di suscitare la meraviglia dello spettatore e il suo coinvolgimento emotivo: nell'architettura si progettano edifici dalle linee curve e dalle superfici mosse, con facciate riccamente decorate e interni sfarzosi: in pittura, si cercano effetti illusionistici, che simulano la profondità spaziale con giochi di luce e d'ombra e arditi scorci di prospettiva; nella scultura si privilegiano il movimento, le forme morbide e sensuali e l'espressività drammatica.  Ma quello che rende veramente unico il Barocco Romano è l'effetto armonico dell'insieme.

Nei dintorni di Piazza Navona

Sant'Agnese in Agone
Un gran numero di monumenti secenteschi si trova nei pressi di Piazza Navona, l'ex stadio costruito dall'Imperatore Domiziano nel I sec. d. C., che papa Innocenzo X trasformò in simbolo dello splendore della sua casata, i Pamphilj, facendo costruire Palazzo Pamphilj e altri monumenti. Il proscenio ovale della piazza è un fondale perfetto per la Fontana dei Quattro Fiumi, disegnata, disegnata da Gian Lorenzo Bernini, l'artista simbolo del Barocco Romano: al centro della vasca appoggiate su uno scoglio di marmo che regge la base di un antico obelisco, in una selva di piante e animali fantastici spiccano quattro figure monumentali che rappresentano le allegorie dei grandi fiumi della Terra, uno per continente (allora conosciuto); il Nilo, il Danubio, il Gange, il Rio della Plata. Sullo sfondo della fontana svetta la cupola della chiesa si Sant'Agnese in Agone, opera del genio rivale Borromini che progettò anche la Sagrestia dell'edificio, dove oggi si tengono concerti di musica da camera.
Chiesa di S. Ivo alla Sapienza
Nella grande piazza le forme barocche si fondono mirabilmente con le facciate degli altri edifici: per godersi lo spettacolo, fra il via vai della folla, ci sono tanti caffè con i tavolini all'aperto, ma per gustare un espresso doc bisogna andare dal Caffè Sant' Eustachio, di fronte all'omonima chiesa, alle spalle della piazza.
Le vie limitrofe sono un vero e proprio concentrato di meraviglie barocche. A due passi da Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, nel piccolo cortile di Palazzo della Sapienza si nasconde il capolavoro del Borromini, la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, con l'originalissima cupola sormontata da una cuspide a spirale: un unicum nella storia dell'arte italiana, che visualizza l'ascesa tortuosa dell'uomo verso la salvezza, simbolizzata dalla croce trionfante in vetta.
La stessa tensione spirituale anima le linee sinusoidali della facciata dell'Oratorio dei Filippini, annesso al San Filippo Neri: nelle intenzioni del Borromini il suo andamento mosso evoca una figura umana a braccia aperte, ad abbracciare i fedeli. Nelle vicinanze, un angolo deliziosamente mondano è la piazza di Santa Maria della Pace: lo storico Caffè della Pace, aperto a fine Ottocento, con i suoi velluti e l'atmosfera retrò-chic è frequentato ad ogni ora; proprio di fronte sta l'Emporio alla Pace, un caffè libreria che la sera diventa cocktail e wine bar. Sulla piazza veglia severa la facciata della rinascimentale Santa Maria della Pace, rinnovata a metà Seicento in stile barocco da Pietro da Cortona e oggi chiesa prelatizia dell'Opus Dei (ospita la tomba del fondatore).
Montecitorio
Per uno spuntino veloce c' è la gastronomia Rosticceri, in corso Risorgimento, oppure Lo Zozzone, in via del Teatro della Pace, che serve la classica pizza bianca con farcitura a scelta. La zona è ricca anche di negozietti e boutique e sopravvive qualche bottega storica come Ai monasteri che vende liquori, infusi, alimentari e cosmetici prodotti artigianalmente nei monasteri italiani.
Spostandoci a est di Piazza Navona, in direzione di via del Corso, si raggiunge la chiesa di Sant'Ignazio di Loyola: l'interno è un trionfo di stucchi e marmi policromi; sul soffitto della navata principale spiccano i grandiosi affreschi illustrati di Andrea Pozzo, che ricreano visivamente il senso di profondità spaziale; l'illusione è perfetta nella finta cupola raffigurata in prospettiva.
Fontana del Tritone
La piazza antistante, chiusa da eleganti palazzi settecenteschi dalle facciate curvilinee, è invece un perfetto esempio di stile Roccocò, in cui la festosità del Barocco, si stempera in linee più leggere e armoniose. Pochi isolati più a nord si trova il palazzo di Montecitorio, progetto del Bernini, dal 1871 sede della Camera dei Deputati.

Fra Piazza Barberini e via del Corso

Un secondo itinerario nella Roma Barocca parte da piazza Barberini, dove fra il traffico spunta la fontana del Tritone, un'altra creazione del prolifico Berinini.
A 200 metri si trova l'imponente palazzo della famiglia Barberini, fra i più grandi mecenati della roma del Seicento, oggi sede della Galleria Nazionale di Arte Antica. Imboccando via delle Quattro Fontane, all'incrocio con via XX settembre si finisce in uno degli angoli più scenografici della Roma profana, il Quadrivio delle Quattro Fontane, collocate in nicchi agli angoli degli edifici. Svoltando in via del Quirinale, ci si tuffa di nuovo nel sacro: San Carlo delle Quattro Fontane, chiamato familiarmente san Carlino, una delle creazioni più originali del Borromini, e 200 metri più in giù, Sant'Andrea al Quirinale, disegnata dal Bernini. Superata piazza del Quirinale, seguendo prima via Dataria e via ella Stamperia e infilandosi poi nelle stradine laterali, si sbuca nella Roma da film, quella della Fontana di Trevi.
Fontana di Trevi
Il complesso in  marmo travertino, con figure mitologiche e allegoriche, animali e forme vegetali che sorgono dall'acqua, è una vera e propria festa per gli occhi. D'obbligo lanciare una monetina nella vasca, per garantirsi il ritorno a Roma. Nelle vicinanze si può fare una pausa golosa nella succursale della gelateria San Crispino in via della Panetteria. Raggiungendo via del Tritone, si prosegue fino a via del Corso, la vasca per eccellenza del centro per passeggiare e fare shopping. Le boutique eleganti e i grandi nomi della moda, però, sono concentrate nella laterale via Condotti, dove si trova anche lo storico Caffè Greco. Ma lo spettacolo più bello non sono le vetrine: in fondo alla strada emerge il profilo inconfondibile della Chiesa di Trinità dei Monti, in cima all'omonima scalinata, che svetta su Piazza di Spagna. E' un altro luogo simbolo della città, dal fascino smagliante. Nel Settecento, gli spazi irregolari e simmetrici della piazza e delle collinetta che portava alla Chiesa sono stati abilmente sfruttati dall'architetto Francesco de Sanctis per dare vita ad una spettacolare scenografia a cielo aperto: i gradini che salgono alla chiesa, fra una corona di palazzi, sono diventati un magnifico salotto per i passanti, affollato giorno e notte; in cima, dal piazzale antistante la chiesa, la vista sui tetti di Roma è di quelle che  non si dimenticano. In piazza di Spagna si trovano alcuni dei locali più blasonati: Babington's, un'elegante sala da tè all'inglese, e il romanissimo Caffè Ciampini, famoso per il tartufo gelato. Nella vicina via della Croce un indirizzo vintage è il Pastificio Guerra, una storica bottega di pasta all'uovo, aperta a inizio Novecento, che propone anche piatti pronti, d'asporto o al bancone. Ma in zona le botteghe storiche sono sempre meno e stanno cedendo il passo anche nella deliziosa via Margutta, la tradizionale strada degli artisti, degli antiquari e degli artigiani, con un labirinto di cortili e scalinate che salgono verso Villa Borghese.







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