giovedì 12 maggio 2016

Campo dei Fiori e il centro storico

Palazzo Venezia
Riqualificare la città, restituirle un ruolo centrale e riaffermare il potere religioso e politico dei pontefici. Furono queste, in sintesi, le ragioni che fecero del Rinascimento uno dei periodi più gloriosi per la storia dell'arte a Roma. L'assenza del papa durante la cattività Avignonese aveva fatto della città un luogo in preda all'abbandono. Con la nomina di Martino V nel 1420, il primo papa a tornare a Roma, e fino alla morte di Michelangelo (1564), inizia la fase della rinascita. Sono infatti i pontefici, colti e raffinati, a ripensare alla città come a una nuova, moderna capotale.  Per mettere in pratica il grandioso progetto, prendono spunto dalla Roma imperiale affidano i lavori ai migliori artisti di Firenze, fino a questo momento capitale artistica, incaricati di compiere nuove prestigiose opere. Figure di spicco di questo periodo sono in particolare Michelangelo, Raffaello, Bramante, Brunelleschi e tanti altri. 
Il manifesto più eclatante del periodo è Città del Vaticano, costruita tra il 1475 e il 1481, all'epoca di papa Sisto IV, e dove lavorano alcuni dei più grandi artisti di tutti i tempi, tra cui Michelangelo.
Ponte Sisto
Uno dei primi esempi del nuovo gusto è Palazzo Venezia, ideato inizialmente nel 1455 e poi ampliato per diventare la residenza papale di Paolo II. 
Viene costruito inglobando le costruzioni già esistenti e ispirandosi per il cortile interno all'architettura romana, con chiari rimandi al Colosseo, evidenti dalla scelta di ordini architettonici sovrapposti; anche piazza Venezia viene sistemata in quel periodo. 
Nel riassetto della città  si pensa infatti anche alla sistemazione delle strade, a cominciare dai principali collegamenti tra ponte S. Angelo e il resto della città. L'opera più significativa in questo contesto è il Ponte Sisto, costruito da Sisto in occasione del Giubileo del 1475 per facilitare il traffico dei pellegrini verso San Pietro e per collegare la città papale al nuovo centro commerciale di Roma. 
Campo de' Fiori
Nel 1478 il mercato del Campidoglio viene infatti spostato a Campo de' Fiori, trasformando così la zona fino a Piazza Sant'Eustachio o via dei Coronari, in un grande centro del commercio. Aprono botteghe e locande e nella zona iniziano a stanziarsi molte famiglie. 
Ancora oggi il mercato di Campo de' Fiori è come uno spaccato dei vecchi tempi, con le bancarelle che vendono generi e "souvenir" alimentari.
Un a tappa praticamente obbligata per turisti e romani è sedersi a uno dei suoi caffè all'aperto, come il Mercato Hostaria, o regalarsi uno spuntino a base di prodotti umbri all'Antica Norcineria Viola. Dalla riqualificazione urbana vengono coinvolte le attuali via dei Banchi Nuovi e via del Governo Vecchio, che anticamente corrispondevano alle vie Papalis, dove negozianti e mercanti allestivano i propri banchetti per sfruttare la vicinanza con San Pietro. 
Il Pasquino
Passeggiando fermatevi ad osservare Palazzo del Governo Vecchio, dalla bella facciata rinascimentale e con il cortile formato da n portico a pilastri ottagonali, e poi proseguite al civico 104 dove si trova la più celebre statua parlante di Roma, il Pasquino. La statua è diventata famosa nel XVI secolo, da quando si iniziò la pratica diffusa ancora oggi di appenderle al collo fogli con critiche dirette ai personaggi pubblici. Se poi vi trovate in zona all'ora di pranzo e vi chiedete cosa sia la lunga fila in via del Governo Vecchiom probabilmente si tratta degli avventori che attendono di accomodarsi alla storica pizzeria Baffetto; una buona alternativa, poco più avanti, è il fascinoso Caffè Novecento, per dolci o spuntini.
Nello stesso periodo vengono risanate anche le vecchie vie Peregrinorum, così dette perché battute dai pellegrini: oggi corrispondono alle vie dei Banchi Vecchi, del Pellegrino e dei Giubbonari e sono tra le più affascinanti  e movimentate del centro per le vecchie botteghe, le boutique di lusso e i negozi di vintage.
Via dei Giubobnari si è trasformata in una delle vie dello shopping con negozi di ogni livello, mentre via dei Banchi Vecchi è un concentrato di antiquari, gallerie, negozietti e locali sfiziosi, come la vecchia rivendita con l'insegna "Vino e Olio" che cela in realtà il win bar Il Goccetto, o il raffinato Wonderfoul, spazio contemporaneo con camiceria su misura e Spa, ma solo per "lui".
Palazzo Madama
Ma è soprattutto papa Giulio II, nipote di Sisto IV, a realizzare le opere più monumentali. Per farlo chiama a Roma Michelangelo e Raffaello. Siamo agli inizi del Cinquecento e Bramante sta lavorando nel chiostro di S. Maria della Pace, sua prima opera romana, oggi bellissima caffetteria aperta dalla colazione all'aperitivo.
Il papa lo nomina sovraintendente alle opere papali e gli affida tra l'altro la progettazione di via Giulia, nuova direttrice urbana lunga circa 1 km che sarà per molti anni il luogo prediletto della nobiltà contadina, come dimostrano ancora eleganti palazzi.
Al n. 66 si trova Palazzo Sacchetti, edificio fatto costruire da Antonio Sangallo, tra gli architetti più attivi all'epoca, e poi venduto alla famiglia Sacchetti; il palazzo al n. 85 sarebbe invece stata la residenza di Raffaello. Curiosi sono i c.d. "sofà", sedili in pietra che spuntano dalla facciata di un palazzo tra vicolo del Cefalo e via dei Bresciani: sarebbero i resti del palazzo dei Tribunali, progettato dal Bramante ma mai realizzato. Anche Palazzo Spada fu costruito in quell'epoca ma restaurato da Borromini che vi realizzò la famosa galleria prospettica nel cortile.
Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini
Una sorte simile toccò a tanti altri edifici di via Giulia, come la Chiesa dell'Orazione della Morte e Palazzo Falconieri, ristrutturata in epoca barocca. La zona intorno a via Giulia attira anche l'attenzione di Giovanni de' Medici (figlio di Lorenzo), nominato papa con il nome di Leone X. Come residenza romana, i Medici scelgono Palazzo Madama, rimaneggiato dagli architetti Giuliano e Antonio da Sangallo per ospitare vari esponenti della famiglia fiorentina, ma è attorno a Piazza dell'Oro, che si stabilisce la colonia toscana al loro seguito: sempre qui viene costruita la Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, dedicata al patrono di Firenze e progettata da Antonio da Sangallo e Michelangelo, cui deve il disegno della cupola. Ancora una volta, il nuovo papa interviene sull'impianto urbanistico della città creando la via Leonina (oggi via di Ripetta) come parte del progetto di urbanizzazione della zona attorno a Piazza del Popolo, il famoso Tridente, che verrà riadattato nell'Ottocento. E' Raffaello la figura di spicco di questi anni: oltre a lavorare alla fabbrica di San Pietro si occupa di importanti edifici come Villa della Farnesina (ex Villa Chigi) a Trastevere e Villa Madama a Monte Mario.
piazza S. Caterina della Rota
L'ultima grande presenza nella Roma rinascimentale è la famiglia Farnese. Dopo il sacco di Roma nel 1527, che aveva causato enormi danni al patrimonio artistico della città, riprendono l'attività artistica e la progettazione architettonica. L'area intorno alla Chiesa dei Fiorentini, tra via dei Banchi e via Monserrato, si trasforma in una zona di artisti e artigiani.
Paolo III (già cardinale Farnese) ordina la costruzione dell'attuale Palazzo Farnese e la sistemazione della piazza omonima, iniziata da Antonio da Sangallo ma ultimata da Michelangelo, cui si deve la decorazione del palazzo con il cornicione e il balcone centrale: dai tavoli di Camponeschi, rinomato wine bar e ristorante, ci si può godere lo spettacolo della piazza, imponente e austera, con le sue due fontane realizzate in granito proveniente dalla Terme di Caracalla. Anche via Monserrato, parallela a via Giulia viene interessata dagli interventi, diventando tra le zone preferite dall'aristocrazia come è tuttora evidente dal suo aspetto rinascimentale, con antichi palazzi e botteghe che si aprono su piazza S. Caterina della Rota e piazza de' Ricci. Sono questi anche gli anni delle grandi opere commissionate dagli ordini religiosi: la chiesa di S. Agostino, dalla bellissima facciata rinascimentale ispirata alla chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, la chiesa di Gesù e quella di San Luigi dei Francesi, realizzata su progetto di Giacomo Della Porta per volere di Caterina de' Medici e oggi conosciuta perché custodisce tre opere di Caravaggio.
Per un ultimo sguardo a uno dei simboli del Rinascimento si va a Villa Medici, accanto a Trinità dei Monti: acquistata nel 1576 dal cardinale Ferdinando de' Medici, la villa fu decorata con bassorilievi e statue romane secondo il gusto dell'epoca per diventare come un museo all'aperto, con un grande giardino ispirato a quelli della stessa famiglia a Firenze. Oggi è sede dell'Accademia di Francia e accessibile al pubblico in occasione di eventi culturali e concerti.








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