lunedì 11 agosto 2014

Montagna: ecco le destinazioni da non perdere

Laghetto di Silvaplana - Svizzera
Sulle acque del laghetto di Silvaplana a Sankt Moritz in Svizzera, grazie alla spinta del del vento del Maloja, si può praticare kitsurf; e poi si beve champagne al The Beach, la spiaggetta di Sils, sulla sponda opposta del lago di Sankt Moritz, durante i party sulla sabbia che si tengono praticamente ogni sera.
Oltre alla muta, anche la maschera va messa in valigia insieme agli scarponi per una vacanza sulle Alpi: nel lago Weissensee, in Carinzia, in agosto c'è una temperatura media di 24 gradi e soprattutto una fauna acquatica variopinta e colorata, con tanto di scuola di scuba diving. Bisogna, però, sfatare quella falsa credenza che i laghi alpini siano troppo freddi: nuotare in Alto Adige nel Piccolo e Grande lago di Monticolo ad Appiano, o in quello di Caldoro, il più caldo di tutto l'arco alpino, che in agosto fa sempre una temperatura di 28 gradi, da una senso di piacere infinito. Appena si esce dall'acqua si resta ammaliati dalle montagne, come succede anche in altri specchi del Sud Tirolo quali il lago di Costalovara a Renon, il lago di Fié, il lago di Favogna a Magré, quelli di Varna e San Felice.
Schalisee - Svizzera 
A Zermatt, in Svizzera, appena sopra i 2500 metri, ci si può bagnare al tramonto o sotto una tavolozza di nuvole così gonfie da sembrare dipinti di William Turner, per cui sembra di fare il bagno dentro un quadro quando invece si tratta di un laghetto, lo Schalisee, il Grunsee, il Leisee o di piscine naturali dalle acque celesti e cristalline.
In montagna non ci sono solo rocce ma è possibile trovare anche la sabbia per giocare a beach volley: a Brunico, i campi della piscina all'aperto sono utilizzati anche per i tornei internazionali. Bellissimo anche quello di Meleze, davanti agli impianti di risalita di Bardonecchia, dove sembra di schhiacciare nelle abetaie a quota 1.321 metri di altitudine, senza però doversi tuffare continuamente in acqua per rinfrescare i piedi roventi cosi come avviene sulla maggior parte delle spiagge. 
Tre Cime di Lavaredo, in Alta Val Pusteria
E poi le passeggiate: lungo i sentieri che portano sulla vetta delle Tre Cime di Lavaredo, in Alta Val Pusteria, si possono ancora trovare i chiodi appartenuti agli scarponi dei soldati che proprio un secolo fa combatterono la Prima guerra mondiale.
E la pesca in barchino? Negli specchi lacustri della Valle d'Aosta si può fare pesca...grossa, così come fare la scorta di trote per il barbecue sulla dora Baltea e in Val Ferret.
Via ferrata Murren
Per chi invece avesse una crisi da mancanza di adrenalina per aver rinunciato al wake surfing o allo sci nautico allora non resta che provare ad attraversare i ponti sospesi della via ferrata Murren, nella regione svizzera dello Jungfrau, uno dei picchi più alti delle Alpi Bernesi, o a praticare parapendio sulle montagne del Piemonte tenendo sempre la testa fra le nuvole. E finalmente dopo tutti questi sport viene voglia di un pò di relax. 
Bio Hotel Tirler
Al Bio Hotel Tirler, dove tutto è fatto con legno di larice, cembro, e pietra naturale, sulle Alpi di Siusi (Bolzano), l'altopiano più grande d'Europa, ci si può rilassare stando a mollo nella piscina d'acqua calda, lasciandosi incantare dal profilo sensuale dello Scillar oppure fare la sauna nel fienile. E' piacevole anche ritemprarsi alle fonti naturali che alimentano la Spa del Virglius, il resort di design più chic dell'arco alpino in Sud Tirolo, raggiungibile solo con la cabinovia, dove ti coccolano con bagni di rose e di mele. 
Rifugio Comici in Val Gardena.
Canaderli allo speack, polenta con selvaggina, strudel e crostate di mele sono piatti irrinunciabili delle vacanze in quota, però non ci si deve stupire di trovare anche succulenti piatti di mare: all'Alpen Royal Gourment Restaurant di Selva di Val Gardena (Bolzano), lo chef Felice Lo Basso onora la sua stella Michelin con un menù al 90 per cento marinaro: scampi, gamberi rossi, mazzancolle, capesante, sgombri.  La conferma di questa tendenza gourmand si trova anche sui 2.100 metri del Piz Ila, dove al rifugio Moritzino una brigata originaria di Capri propone piatti di mare e sui 2.154 metri del Rifugio Comici in Val Gardena.





venerdì 8 agosto 2014

I Guardiani del mare: 11 si possono affittare

Tra i fari storici che punteggiano la costa croata dall'Istria a Dubrovnik, undici si possono affittare come case di vacanza. In Croazia ci sono abbastanza fari da accontentare tutti i gusti: situati su un tratto della costa, aggrappati ad un promontorio, lontani su un isolotto in mezza all'Adriatico. Durante l'alta stagione turistica vanno prenotati per almeno una settimana, negli altri periodi dell'anno (da fine settembre a maggio) anche solo per un weekend. Uno dei più antichi è il faro Savudrija (o Salvore) che si trova in Istria a solo 56 km a sud di Trieste. Circondato da un alone romantico e malinconico, come si addice a tutti i luoghi leggendari, fa da sentinella alle navi da quasi 200 anni. Si racconta che il principe von Metternich si innamorò di una bellissima ragazza a un ballo a Vienna e per lei volle costruire un nido d'amore. Ma la donna morì prima che l'opera fosse terminata. Il principe non vi mise mai più piede, anche se ancora oggi qualcuno afferma di sentire i passi dell'uomo che, disperato, cerca la sua amata.
Se invece si cerca il silenzio assoluto conviene raggiungere l'isolotto di Porer, poco più di uno scoglio a due chilometri e mezzo dalla terraferma. Qui potete farvi raccontare qualche storia affascinante dal guardiano del faro. Ma niente distoglierà dall'ammirare uno dei più bei tramonti dell'Adriatico. Con gli occhi sott'acqua invece si scoprono i resti di vecchie imbarcazioni imprigionate nei banchi di sabbia del fondale e persino le orme di un dinosauro. Lasciato l'isolotto è d'obbligo passare per il promontorio di Kamenjak: un'oasi naturale con 530 specie di fiori e piante. Profumi di lavanda e rosmarino accompagnano invece le notti trascorse al faro di Punta Marlera, sulla punta sudorientale dell'Istria. Per 4 chilometri, intorno alla torre alta 9 metri, ci sono solo mare e natura selvaggia. La mattina la sveglia la danno i gabbiani, ci si affaccia e si gode la splendida vista sulle isole di Cherso e Lussino prima di andare a fare un tuffo nella piccola baia nascosta lì vicino.
Da non perdere una gita all'isola di Levan, con una bella spiaggia, mentre la sera si può visitare il piccolo villaggio di Liznjan (Lisignano). E se si vuole un pò di vita c'è sempre Pola a 10 chilometri.
Totalmente circondato da un pineta è il faro di Veli Rat, uno dei più affascinanti dell'Adriatico. Si trova sull'isola di di Dugi Otok, solitario su un promontorio del versante settentrionale. La torre alta ben 40 metri, dal 1849 svetta sul mare e sulle baie incontaminate di quest'isola che dista 35 chilometri da Zara. Una volta scesi dalla torre è possibile visitare il Parco Nazionale delle Incoronate, 89 tra isole, isolette e scogli sparpagliati magicamente qua e là in mare. Ci si imbarca a Sali, sul lato opposto dell'isola rispetto al faro. Quando avvistate Vela Sestrica, a nord del parco, sarà il faro di Tajer a farvi da guida. E' lui il padrone di quest'isola, che per il resto è disabitata. Da Murter, invece, si approda sull'isolotto di Prisnjak dove, camminando tra pini e muretti a secco, si varca la soglia del faro: non c'è il guardiano, ma in compenso il capitano che vi traghetta e felice di intrattenervi raccontando storie e leggende.
Sono invece gli autentici guardiani del faro a farvi da guida se scegliete di pernottare sulla meravigliosa isola di Susac: l'esperto Ive e il giovane Tomi, uniche presenze viventi a eccezione di qualche pecora, vi faranno esplorare l'isola raccontandovi la storia di ogni scoglio. Compresa la grotta attraverso cui, dal mare, si può raggiungere a nuoto un piccolo lago. A piedi, invece, sempre seguendo l'indicazione di chi questa isola la conosce bene, si arriva alle calette più nascoste. Il faro di Susac si contende il primato di faro più suggestivo e solitario con quello di Palagruza, sull'omonima isola, che si erge a sentinella in mezzo al mare tra il Gargano e Spalato. Da qui per raggiungere il primo barlume di civiltà ci vogliono almeno due ore di barca.
A picco sul mare, quasi sull'orlo del precipizio, si erge, invece, il faro di Struga, vedetta da secoli dell'isola di Lastovo un pò più prossima alla terraferma. Qui abita, si può dire da sempre, la stessa famiglia: da tre generazioni i guardiani del faro vigilano sulle imbarcazioni e ora si prendono cura anche degli ospiti. Una bella camminata vi porterà fino al paesino di Lastovo, con le sue casette e i camini caratteristici, e fino alla baia di Zaklopatica, da non perdere.
Spicca su una terra bassa e piatta il faro di Plocica.
Intorno non c'è altro. Tra Korkula e Hvar, quest'isola è un altro angolo di paradiso per chi ama la solitudine e la pesca. E il faro è un ottimo rifugio. Più turistico è il faro di Grebeni, non a caso appiccicato alla città di Dubrovnik: la mattina si fa colazione sulla solitaria terrazza, la serva vita mondana sulla costa.





domenica 3 agosto 2014

Tour con relitto

Moltissimi sono i luoghi del mondo dove i relitti di navi protagoniste di naufragi, lungi dall'essere stati rimossi, sono diventati luoghi archetipi, simbolo della lotta eterna con la natura, e nello stesso tempo straordinarie occasioni di attrazione turistica per i viaggiatori.
In Namibia, paradiso glamour sognato dai viaggiatori di tutto il mondo, migliaia di appassionati vi si recano ogni anno per visitare la celeberrima Skeleton Coast: 500 chilometri di costa, chiamate le "sabbie dell'inferno", "la terra della rabbia". Qui i relitti non si contano, e ognuno di loro ha un carico di morte, perché quasi nessuno dei naufragi ha avuto un lieto fine. Questo non scoraggia i turisti, che prenotano in massa sia le classiche escursioni in fuoristrada sia i safari aerei della compagnia Atlantic aviation, che con il tour "Cassico Sud" sorvola i relitti più famosi, dalla nave Ottavi, naufragata nel 1945, alla Shawnee, affondata nel 1976, dalla Montrose, colata a picco nel 1973 fino alla Edward Bholen, del 1909. 
Anche sull'isola di Boa Vista, nell'arcipelago di Capo Verde, hanno saputo approfittare di un naufragio: era il 1968 quando il mercantile Cabo Santa Maria si incagliò a Bona Esperanca, a pochi metri dalla riva, regalando ai poverissimi capoverdiani di allora un qualcosa di molto simile alla manna dal cielo e alla Capo Verde di adesso un'area protetta; qui nidifica la tartaruga marina, e sempre qui i turisti che si recano nel paese africano possono arrivare fino al relitto a piedi (circa un'ora e mezzo di cammino dal capoluogo Sal Rei) o con escursioni guidate in 4x4, seguendo le antiche strade lastricate, eredità della colonizzazione portoghese.
Diversa è invece la storia di un'altra baia, quella di Homebush, in un sobborgo di Sideny dove è situato anche l'Olympic Park: area adibita nel 1966 allo smaltimento delle grandi navi è successivamente chiusa, ospita quattro relitti che sono protetti dalla legge australiana e che quindi nessuno può toccare. Il più famoso, quello della Ayrfield, collier a vapore del 1912, di quasi 80 metri di lunghezza utilizzato per rifornire le truppe americane nel Pacifico durante la Seconda guerra mondiale e successivamente usata per trasportare carbone, si è trasformato in un enorme foresta galleggiante di mangrovie, meta preferita dei fotografi di tutto il mondo. In Sudafrica, anche su una delle spiagge più care ed esclusive del pianeta, quella di Clifton, rimane un relitto: quello di un peschereccio giapponese incagliato sulla sabbia nel maggio 2012. Il tentativo di spostarlo è fallito e la nave è rimasta lì, diventando ben presto lo sfondo preferito per le foto dei turisti che si recano nel paese. Ma per chi cercasse sempre in Sudafrica, qualcosa di davvero magico, vale la pena arrivare alla selvaggia e bianchissima spiaggia di Noordhooek; qui adagiato a pochi metri dal mare, si può visitare lo scheletro del Kakapo, piroscafo olandese naufragato nel 1900.
Anche gli Stati Uniti conservano con cura la testimonianza di un antico naufragio, quello che nel 1906 coinvolse il quattro alberi Peter Iridale, abbandonato sulla spiaggia di Warrenton, sulla costa dell'Oregon. Il relitto, che è riuscito a salvarsi anche da un bombardamento giapponese durante la Seconda guerra mondiale, è ben presto diventato un'attrazione turistica e si trova all'interno del Fort Steven State Park.
In Italia, a Caprera, sulla spiaggia "del relitto", la più famosa e apprezzata dell'isola, si fa il bagno tra quel poco che resta di un'antica nave che trasportava carbone, affondata dopo un incendio scoppiato a bordo. Molto differente, invece, è la situazione della Eden V, petroliera di bandiera sconosciuta, 3.119 tonnellate di stazza per 95 metri di lunghezza spiaggiata nel dicembre 1998 in pieno parco del Gargano, a Lesina; qui la polemica impazza, perché "la nave dei veleni", com'è stata ribattezzata in un sussulto di mancanza di immaginazione,a causa del suo carico che la fantasia popolare vuole composto nientemeno che di rifiuti nucleari, anche se risulta ufficialmente smantellata, è ancora oggi in spiaggia ed è visibile anche da Google Maps. Anche la Eden V attira foto e turisti, che ne fanno simbolo di incuria e abbandono. Poi c'è il Rigoletto: lo scheletro di questa motonave, affondata l'1 luglio 1980 con il suo carico di automobili nuove, tutte rimaste nelle stive, si trova in Sicilia, esattamente dove il Mar Ionio confluisce nello stretto di Messina. Il relitto è per metà poggiato scenograficamente a 36 metri sott'acqua e per metà ancora emerso, stagliarsi per più di 5 metri a ridosso della battigia. La parte sommersa è diventata habitat ideale per pesci trombetta, ed è uno dei relitti europei maggiormente visitati dai su e studiati dai centri di ricerca sulla vita sottomarina. La parte emersa rimane lì, a pochi chilometri da Scilla e Cariddi, come ultimo monito verso gli umani che hanno sfidato le acque.

sabato 2 agosto 2014

Info utili sulla Croazia: come arrivare e come muoversi

COME ARRIVARE

In aereo

Diverse compagnie aeree collegano i principali aeroporti italiani alla maggiori città e località turistiche croate. Croatia Airlines vola tra Roma Fiumicino e Zagabria, Spalato, Dubrovnik e Zagabria.  Easyjet collega Milano Malpensa a Spalato e Dubrovnik fino al 13 agosto; Roma Fiumicino e Spalato fino al 13 settembre. Fino al 2 ottobre Volotea collega Venezia e Spalato ogni martedì e venerdi. Fino al 13 settembre Vueling collega Roma Fiumicino a Zagabria, Zara, Spalato e Dubrovnik.

In nave

Una fitta rete di collegamenti consente di raggiungere facilmente le principali isole e le località croate partendo dai maggiori porti italiani affacciati sull'Adriatico. Jadrolinija opera sulle tratte Ancona-Spalato, Bari-Dubrovnik e Ancona-Zara. Snav copre la rotta Ancona-Spalato e fino al 7 settembre le tratte Pescara-Spalato e Pescara-Stari Grad in nave veloce. Blue line, oltre a coprire la tratta Ancona-Spalato, in agosto naviga tra Ancona e Hvar. Trieste Lines e Venezia Lines collegano in aliscafo rispettivamente Trieste a Rovigno e Pola; Venezia a Parenzo e Rovigno, Pola, Lussino, e, solo a luglio e agosto, Lussinopiccolo.

In auto

La Croazia si raggiunge comodamente in auto (o in moto) dal Nord Italia. L'autostrada E61/A7 porta da Trieste a Fiume, attraversando il territorio della Slovenia, in circa 75 km. Per muoversi su autostrade e superstrade slovene è obbligatorio un bollino autostradale, la "vignetta" (settimanale € 15, mensile € 30), acquistabile anche presso l'ultima stazione di servizio che si incontra in Italia. Se si vuole evitare l'acquisto del bollino bisogna viaggiare sulle strade minorim contrassegnate da indicazioni su cartelli gialli.

In autobus

Da Trieste partono tutti i giorni numerose corse per Parenzo, Rovigno, Fiume, Zagabria, Zara, Spalato e Dubrovnik. Eurolines ha recentemente attivato un servizio pullman per Zagabria da Torino, Milano e Verona

COME MUOVERSI

In auto

La regione di Fiume è attraversata dall'autostrada A7, mentre l'Istria e percorsa da una fitta rete di statali. La principale autostrada croata è la A1/E65/E71 che va dalla capitale a Ploce si avvicina ai principali parchi nazionali, a Zara e a Spalato. Le autostrade e le superstrada Istarski Y/Y istriana sono a pedaggio. Per raggiungere Dubrovnik e le località costiere bisogna servirsi delle strade statali, generalmente in buone condizioni e con frequenti stazioni di servizio. La costa da Rijeka a Dubrovnik è percorsa dalla statale 8 (D8), suggestiva ma spesso stretta e tortuosa. Le condizioni delle strade sulle isole, invece, sono molto variabili.

In autobus

Il servizio di bus locale ed extraurbano è efficiente, economico e utile per spostarsi tra le grandi città, verso i centri più piccoli e i parchi, lungo la costa istriana e meridionale, ma anche nelle isole più grandi come Korcula. Le vetture sono in buone condizioni, ma spesso affollate, sopratutto in estate; si consiglia di acquistare in anticipo i biglietti, sopratutto per le località di maggior richiamo turistico.

In nave

Una fitta rete di collegamenti permette di muoversi con facilità tra la costa e le isole. Grazie ai traghetti, navi e catamarani di Jadrolinija è possibile raggiungere: le isole di Pag e Raba da Fiume; Cres da Valbiska e Brestova; da Zara, le isole dell'omonimo arcipelago; da Sibenik, Zlarin, Kaprije, Zirje, Privic e Sepurina; da Spalato Brac, Hvar, Vis, Korcula e Lastovo; da Dubrovnik, Kolocep, Lopud e Sipan; da Papratno, Mljet. Dal 30 maggio al 28 settembre tutti i collegamenti si svolgono quotidianamente e, in molti casi, con frequenza oraria. Fino al 28 settembre Jadrolinija collega anche Fiume a Dubrovnik due volte a settimana per tratta.